Dietro l’ira di Parma: la prima di Benitez è incerta e spiazza De Laurentiis - Calcio News 24
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2014

Dietro l’ira di Parma: la prima di Benitez è incerta e spiazza De Laurentiis

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Non c’è crescita nella stagione del Napoli: De Laurentiis ha accumulato delusione fino ad esplodere

SERIE A NAPOLI DE LAURENTIIS – L’ira Aureliana si abbatte sul Tardini di Parma ed è un accumulo di frustrazioni non scaricate nell’arco della sua stagione senz’altro più singolare da quando alla guida del Napoli: era l’anno del grande salto, quello in cui si doveva provare a vincere ma le risultanze del campo hanno consegnato eredità inferiori agli intenti.

IL BOCCONE AMARO – Prima la gioia della vittoria sulla Juventus, probabilmente amplificata dal fervore della piazza, poi il ritorno a terra con la sconfitta di Parma – la sesta del campionato e la seconda subita dagli emiliani – che pone definitivamente il Napoli di fronte all’esito della sua stagione: terzo posto, ora ad incidere non è soltanto la distanza siderale dalla capolista Juventus ma anche il gap di dodici lunghezze dalla terza piazza occupata dalla Roma. Una sconfitta inattesa che ha scaldato gli animi di allenatore e presidente fino a creare una vera e propria polveriera: il fatto accade all’esterno del Tardini ed è riportato dalle telecamere Rai, con un tifoso partenopeo che si rivolge al presidente chiedendo spiegazioni sul traballante andamento della squadra, la reazione di De Laurentiis è spropositata e figlia del grande nervosismo di casa Napoli. Alcuni spintoni al malcapitato, poi il suo entourage a riportare le condizioni alla normalità.

NERVOSISMO CHE PARLA DA SE’ – Impensabile salvare un gesto che si racconta da solo: il momento particolare ci può stare eccome, ma il tifoso partenopeo nulla aveva fatto per provocare il presidente se non porre garbatamente una domanda. Ed anche se i toni fossero stati diversi De Laurentiis dall’alto della sua carica ben avrebbe fatto ad evitare. Così non è andata e non ci resta che analizzarne le ragioni: l’opinione personale è quella che il gesto testimoni effettivamente di una stagione non sviluppatasi affatto secondo le intenzioni. C’è chi parla di crescita, di una ricostruzione transitoria, di una stagione positiva in cui gli obiettivi sono stati centrati ma non è affatto così: perché se così fosse tanto nervosismo non si spiegherebbe.

L’ANALISI – Mancherebbero ben sei gare al fischio finale della prima annata partenopea di Benitez ma i bilanci, non alterabili dall’esito della prossima finale di Coppa Italia, sono già tracciabili e questa è di per sé una nota stonata: il Napoli è avanti rispetto all’ultimo anno in cui ha giocato la Champions ma – a proposito di conti – con un monte ingaggi notevolmente incrementato e di conseguenza forte di un organico dalle ambizioni del tutto differenti. E’ tendenzialmente in linea con l’ultima stagione di Mazzarri ma indietro di una posizione e va ricordato proprio come ogni annata sia assolutamente da contestualizzare e tarare in base al livello delle attuali avversarie. L’unica chiave reale d’analisi è confrontare punto di partenza con quello d’arrivo: il Napoli nel suo insieme avrebbe firmato per questo terzo posto? Neanche per scherzo, né tantomeno per il secondo. Resta dunque un solo vero assunto: la banda Benitez non è stata in grado di tenere testa a Juventus e Roma finendo per pagare pesantemente dazio. Terreno recuperabile nella prossima stagione a patto di costruire (bene) sulle basi già edificate. Tradotto: fondamentale la permanenza di Reina alla pari di almeno un paio di innesti di spessore e personalità (clamorosamente mancata) in grado di agevolare il cammino che separa il Napoli dalla necessaria continuità di risultati.