2013
Palermo, Budan: «Cera tensione, ora la musica è cambiata!»
Il nuovo team manager ha parlato del suo ultimo periodo da calciatore e della sua nuova avventura.
PALERMO BUDAN – Un anno pieno di cambiamenti, anche piuttosto dolorosi per Igor Budan, che ha perso sua figlia all’inizio del ritiro della scorsa stagione, è stato “esiliato” all’Atalanta da gennaio e poi è tornato al Palermo, ma non per giocare. L’ormai ex attaccante è, infatti, il nuovo team manager della squadra rosanero: «Nel momento in cui ho preso la decisione di smettere non ho avuto alcun ripensamento, ho svolto il mio primo ritiro da dirigente con la stessa adrenalina ed ansia che avevo i primi anni da calciatore, vuol dire che ho le giuste motivazioni. La scomparsa di Amber ha messo a dura prova me a la mia famiglia, poi la stagione difficile col Palermo fino alla cessione a gennaio all’Atalanta. Ora è iniziato un nuovo percorso e fine mese nascerà mio figlio Aron e sono di nuovo felice. Perché sono andata via a gennaio? Credo che il presidente Zamparini abbia voluto proteggermi. Mazzarri alla sua prima conferenza all’Inter ha usato tre parole: rapporti, rispetto e comportamento. Cose che l’anno scorso non c’erano. E’ normale se chi arriva crea un clima di tensione, facendo spogliare i giocatori in spogliatoi diversi, parlando di tagli agli stipendi o di possibili licenziamenti anche dei dipendenti della società. Vedevo cose che non andavano bene, dissero che ero la spia di Zamparini. Ma il presidente è colui che mi paga e se mi chiama per chiedermi cosa sta succedendo io glielo dico. Ma la storia ha detto che anche senza di me le cose non sono migliorate», ha raccontato Budan ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”, dove ha parlato della rivoluzione dei direttori sportivi: «Su Amoruso posso dire poco, anche perché non ci siamo mai incontrati. Se doveva accadere, meglio ora che a stagione in corso. In generale credo che i dirigenti che arrivano a Palermo avendo paura di Zamparini sbagliano, così come quelli che pensano di fare di testa propria. Sono due gravi errori. Il presidente va coinvolto, messo al corrente perché ha grande esperienza, anche se può sbagliare anche lui».
Il team manager rosanero ha poi spiegato il suo ruolo e parlato di mister Gattuso: «Risolvere i problemi dalla squadra, da quelli del magazziniere fino a quelli più importanti, essere un punto di riferimento dei giocatori e della società e poi imparare. Ho la fortuna di confrontarmi con dirigenti di alto livello come Perinetti, Teubal, e con un tecnico come Gattuso che sorprende col passare dei giorni. Cosa mi ha colpito di lui? Il primo discorso alla squadra in ritiro, mi ha commosso. E poi la sua abnegazione per il lavoro, nonostante in carriera abbia vinto e guadagnato tanto. Si è creato un gran gruppo tra squadra e dirigenza. Credo che i tifosi abbiano capito che il presidente è carico e vuole la serie A».