Cagliari, Gigi Riva e quei valori ormai scomparsi - Calcio News 24
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2012

Cagliari, Gigi Riva e quei valori ormai scomparsi

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Di Gigi Riva si è ormai detto e scritto tutto, specialmente da parte di chi ha avuto il privilegio di vivere in prima persona le sue gesta e il suo attaccamento alla maglia del Cagliari. Nonostante tutto, più di qualche residuo si è instaurato anche in tutti coloro i quali non hanno mai potuto accarezzare la possibilità di vederlo sudare e sgomitare la casacca con la striscia rossoblù diagonale.

La sua essenza è rimasta indelebile in Sardegna, anche perché con il corpo e con l’anima non l’ha mai lasciata. La gente dell’isola è diventata la sua gente e la terra nella quale è diventato uno dei migliori giocatori del calcio italiano la sua terra. Anche solo leggere tutta la sua storia, densa di un romanticismo che nel calcio ormai stenta a sopravvivere, fa venire i brividi anche ai più giovani perché è lui il simbolo dei quel magico Cagliari che guidato da Manlio Scopigno ha vinto che quello che è, per ora (mai dire mai), l’unico scudetto. Un titolo che ebbe un’importanza non solo sportiva ma anche sociale, come raccontava il monumentale narratore calcistico Gianni Brera, che ha dato il merito a quel gruppo di campioni di dare a quella che era una terra conosciuta solo per la pastorizia e i nuraghi una dimensione più vicina alla penisola

Il calcio di oggi è un corpo estraneo a quello che il capocannoniere di sempre della nazionale italiana, con cui ha lavorato fino a pochi mesi fa prima di abbandonare per motivi di salute, perché quasi totalmente lontano dai valori da lui espressi. Ha rifiutato Inter, Juventus e le grandi d’Italia per restare in Sardegna, non ammainando la sua bandiera da simbolo rossoblù, copmplici anche i gravi infortuni, fino alla decaduta in serie B.

Come tutti i grandi eroi dello scudetto conquistato nel 1969/70, ha capito che giocare nel Cagliari, rappresentando in tal modo un’intera nazione, quella sarda, che italiana non è, è un vero e proprio onore. È normale che tra tutte le stelle di quel magico gruppo il suo nome sia quello che risalti di più, anche perché oggi è lui a compiere gli anni, ma in tanti non hanno più fatto le valigie, comprando casa e mettendo in piedi esercizi commerciali di vario tipo sul territorio.

Al giorno d’oggi trovare giocatori come lui non è facile. C’è stato Alessandro Del Piero, c’è ancora Francesco Totti, che forse è quello che più si avvicina a Rombo di tuono, con i dovuti paragoni relativi al guadagno accumulato in tanti in anni in giallorosso. Ma il resto è una massa di professionisti, alcuni plagiati dai procuratori, che cambiano maglia come le mutande, come lecitamente permesso nelle loro volontà. Lui invece è salito sopra un prototipo che si affacciava per la prima volta al grande calcio e ne ha fatto una Ferrari. Tanti auguri eroe.