Nella storia del giovane contro il veterano il più moderno è ancora lui. Zeman e le lezioni di calcio - Calcio News 24
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2012

Nella storia del giovane contro il veterano il più moderno è ancora lui. Zeman e le lezioni di calcio

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Un copione sempre in voga: il giovane tecnico che si affaccia al calcio che conta contro un veterano dei campi da gioco. Il giovane a cui in quanto tale è richiesta una ventata di idee nuove, il veterano che si trascina stancamente verso le battute finali della sua carriera. Che ridere pensando a quanto accaduto ieri sera al San Siro di Milano: Inter contro Roma, Andrea Stramaccioni (anni 36) contro Zdenek Zeman (anni 65). Copione capovolto: lezione di calcio in edizione aggiornata inflitta dal veterano ad un giovane  invecchiato d’un tratto sotto i colpi del maestro.

ANTICO MODERNO RIVOLUZIONARIO – Il boemo si presenta in casa nerazzurra con una formazione titolare che prevede almeno quattro illustri sconosciuti: Piris, Castan, Florenzi e Tachtsidis. Signori nessuno per tanti, oggetto di studio per altri, materiale su cui lavorare per uno Zeman che in un’intera carriera non ha mai fatto troppo caso all’importanza del nome. Per lui conta giocare a calcio in un determinato modo a prescindere dagli interpreti: in soldoni si può vincere a San Siro con perfetti sconosciuti, se Florenzi corre come un invasato per 90 minuti, recupera palloni e si inserisce con tempi pazzeschi Pjanic resta seduto in panchina; se Tachtsidis gioca con la personalità di un veterano sarà lui il regista di questa Roma e De Rossi si abitui a fare l’intermedio; se Destro gioca fuori ruolo naturale ma esegue alla perfezione i movimenti richiesti, l’enorme talento di Lamela può riposare in pace; se capitan Totti elargisce qualità ad ogni tocco e si sacrifica più di un ragazzino, i ragazzini – appunto – possono aspettare.

LEZIONE DI CALCIO – Una Roma non ancora perfetta ma padrona del campo: ad impressionare è stata la reazione della squadra nella seconda frazione dopo il gol subito allo scadere del primo. Una rete che avrebbe potuto tagliare la gambe agli uomini di Zeman, che al contrario sono rientrati in campo con una determinazione spaventosa. Decisiva la prestazione di un centrocampo rimaneggiato: Tachtsidis è cresciuto alla distanza dopo un avvio timido, Florenzi è risultato il mattatore della gara, corsa senza soluzioni di sosta ed inserimenti continui in zona gol, Marquinho – subentrato al leader De Rossi – ha fornito una prova di qualità e dinamismo, impreziosita dal gran gol dell’1-3. I movimenti degli attaccanti hanno fatto il resto: l’innovazione sta nella maggiore mobilità in termini di posizione, Totti è libero di accentrarsi e collocarsi dietro i due attaccanti – con Destro che ha tagliato continuamente sia verso il centro che sul versante sinistro – ed Osvaldo sì punto di riferimento ma molto mobile. Buona la prestazione della retroguardia, da rivedere alcuni movimenti generali quando l’obiettivo è attivare la trappola del fuorigioco.

STRAMACCIONI A TAPPETO – Un passo indietro pesantissimo per l’Inter ed in prima persona per il suo allenatore. La premessa è d’obbligo: questa Inter ha tutte le carte in regola per competere ai massimi livelli del campionato italiano e deve lottare per i primissimi posti. Ieri l’impressione è stata diversa: la Roma, in particolar modo nella ripresa, ha acquisito metri importanti di campo senza che le contromisure di Stramaccioni riuscissero a trovare applicazione. Mediana slegata dal resto della squadra, malissimo poi la difesa, sempre erroneamente posizionata in occasione delle tre reti giallorosse. E’ tempo di lavorare e di farlo bene. Meno personaggio e più fatti: personaggio puoi esserlo quando c’è già un curriculum che parla per te, qui invece c’è ancora tutto da dimostrare.