Ancora una volta: juventini ed anti. La Vecchia Signora che sempre divide ed unisce mai - Calcio News 24
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2012

Ancora una volta: juventini ed anti. La Vecchia Signora che sempre divide ed unisce mai

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Una conferenza che spacca. Che spacca ancora una volta il Paese calcistico in due sezioni ben distinte: juventini ed anti-juventini. Come accade spesso in casa Juventus, la Vecchia Signora sempre divide e mai unisce; è la sua storia che lo racconta, quella storia per cui è già possibile prevedere con determinata certezza il futuro. Prima o poi, più prima che poi, la Juventus torna a dividere perché è la sua storia che la colloca in tale posizione. E pensare che, per i fatti di stretta attualità, la Juventus rientra soltanto in seconda persona. Per cui nessun paragone con la vicenda Calciopoli.

Ma andiamo con ordine e procediamo ad una breve ricostruzione dei fatti: nell’ambito del filone d’inchiesta legato al calcio-scommesse, l’attuale allenatore della Juventus Antonio Conte è stato condannato dalla Corte di Giustizia Federale – sia in primo grado che in appello – a dieci mesi di squalifica per omessa denuncia di combine ai tempi in cui lo stesso sedeva sulla panchina del Siena. Le due gare in questione – Novara-Siena per cui l’omessa denuncia è caduta in secondo grado ed Albinoleffe-Siena – risalgono entrambe alla stagione 2010-2011. Il tecnico della Juventus ha atteso l’esito dell’appello per sfogare tutta la sua rabbia: una conferenza stampa, organizzata in presenza degli avvocati difensori tra cui Giulia Bongiorno, in cui i toni sono stati pesantissimi. Conte ha gridato allo scandalo, alla vergogna, all’incredulità su quanto accaduto negli ultimi mesi, l’avvocato ha voluto precisare sull’impossibilità oggettiva – legata anche ai tempi troppo veloci della giustizia sportiva – di difendersi in un sistema evidentemente lacunoso.

Non è questa la sede in cui si vuole discutere della colpevolezza o meno di Antonio Conte: la giustizia ha i suoi luoghi ed i suoi interpreti, ergere a tribunale quanto tribunale non è può risultare un esercizio di fantasia a cui non ci sottoponiamo. Sotto la lente d’ingrandimento vanno invece fenomeno mediatico e futuro della squadra. Il primo: se Conte oggi non fosse stato alla guida della Juventus, il polverone sollevato dalla vicenda sarebbe risultato lo stesso? Probabilmente no. E non c’è colpo di spugna che regga, né un Mondiale vinto o un Europeo quasi vinto entrambi zeppi di bianconeri, né il tempo che passa e dovrebbe ammortizzare le questioni di un tempo. Non è così nel credo degli sportivi italiani: nel 2006 il processo ribattezzato Calciopoli – con le sue sentenze – ha cristallizzato negli “antijuventini” quel “sentimento” di protesta verso successi non ritenuti figli del merito. Un episodio non isolato ma pronto a far riesplodere pericolose mine ogni qualvolta si presenti la possibilità.

E la squadra? Il campo? Alla fine sono le vicende strettamente sportive a contare davvero per i tifosi e la Juventus si presenta ai nastri di partenza della prossima stagione da grande favorita. Non solo campione in carica, ma il club che meglio ha agito finora sul calciomercato. Con anticipo, qualità e saggezza. A Lucio, Asamoah, Isla, Pogba e Giovinco si sta tentando di aggiungere il tanto agognato centravanti-top player: sfumato Van Persie, il nome caldo è diventato quello di Fernando Llorente. Ecco, probabile che la vicenda-Conte non sia ben vista all’estero ed abbia raffreddato le piste che portavano a diversi interpreti. Un malus che la società ha dovuto gestire, in concomitanza con la forzata rinuncia – almeno fino al terzo grado di giudizio, il ricorso al Tnas – al tecnico che ha riportato il bianconero al primo posto. Un dominio in campo nazionale e la grande sfida europea del ritorno in Champions League rischiano seriamente di essere messi in discussione, o quantomeno condizionati: solo il tempo – a breve termine per il top player ed in lungo periodo per l’evoluzione della stagione – dirà quanto tutto ciò possa scalfire le certezze faticosamente consolidate nell’anno della rinascita bianconera.