Il Moralizzatore - Calcio News 24
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2012

Il Moralizzatore

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“Conosco molti furfanti che non fanno i moralisti, ma non conosco nessun moralista che non sia un furfante” (Indro Montanelli)

Rieccoci qui, sommersi dall’ennesimo scandalo calcioscommesse. Mentre scrivo, un nuovo giocatore, Tizio o Caio, potrebbe essere raggiunto da un avviso di garanzia, un altro, Caio o Sempronio, potrebbe essere arrestato. Per ognuno di questi ci sarà sicuramente un giornalista o un sociologo o un fine conoscitore dell’animo umano che in tv ci dirà che scommettere è sbagliato e che se sei un giocatore famoso e ricco dovresti dare il buon esempio a chi ti segue da casa o allo stadio: Monsieur de Lapalisse. 

Ma nel calcio italiano c’è chi ha fatto di più: c’è chi ha stilato un insieme di norme etiche che a confronto i 10 Comandamenti sono una raccolta di figurine di “Dragonball”, ed ha detto “Se ti comporti male, in Nazionale non ci giochi”. 

Tutto bello, applausi da pubblico e critica, un successo immenso, e tutti noi, poveri boccaloni che ancora crediamo in Babbo Natale, nella Fatina dei Denti, nella veridicità del wrestling o in quella del Grande Fratello: per un momento ci siamo illusi che davvero in Italia ci potesse essere un moralizzatore, come quello delle Iene, ma più importante, in grado di fare piazza pulita delle porcherie.

Solo che io nei moralizzatori non ho mai creduto, non credo nei politici, non credo in John Cena, non credo in Trilly Campanellino, Ascanio e Katia del Grande Fratello e nemmeno al c. t. della nazionale italiana, che si chiami Prandelli o in altro modo.

Nel nostro Paese i codici etici sono buoni solo per chi ci crede, ma io non credo nemmeno nell’etica. Credo però che sia molto più facile mettere fuori dai convocati per una o due amichevoli contro l’Indocina o la Polinesia un paio di giocatori perchè uno ha tirato un ceffone a un compagno, l’altro ha fatto sgambetto e pernacchia a un avversario e un altro ancora ha detto all’arbitro che col nero fa schifo e sembra grasso uguale, piuttosto che far fuori qualche giocatore importante solo perchè viene indagato in vista di un Europeo.

Sin dall’inizio questa invenzione del codice etico mi ha fatto ridere: se Balotelli è forte e fa vincere la partite alla sua squadra, ma è una testa di cocco, chi se ne frega… che ci faccia vincere e basta. Se De Rossi è un bravo ragazzo e gioca bene a calcio, però certe volte esagera, saranno problemi suoi, non c’è bisogno di metterlo dietro la lavagna di fronte al resto del mondo, manco avesse rubato in Chiesa. Se Osvaldo è scarso ed insulta un compagno, è scarso uguale, quindi che bisogno c’è di convocarlo?

Però, se davvero si cerca la redenzione altrui, se davvero si pensa che questa sorta di decalogo etico possa servire a qualcosa: allora che sia portato avanti fino in fondo. Perché se torna comodo oggi farne a meno, evidentemente prima poteva tornare comodo tirarlo fuori ad ogni minima sciocchezzuola da scolaretto. 

Mister Prandelli, mi rivolgo a Lei senza la preoccupazione di venir preso in considerazione: perfino Bianchi ha vinto uno scudetto con Maradona che seguiva le regole più o meno come Fabrizio Corona segue la legge, Ferguson ha vinto Champions e Premier con Rooney che ne ha combinate più di una cassaforte, Lippi ha vinto un Mondiale con metà squadra tirata dentro ad uno scandalo che ancora oggi non si capisce fino a che punto fosse tale. Non esiste codice etico che valga il sapore della vittoria, quello che Lei da allenatore ancora non ha evidentemente mai provato.

Ma, a questo punto, che si tenga pure la sua etica, ci faccia però un favore: se ne ricordi anche adesso che nella sua Nazionale c’è gente sospettata di aver commesso reati ben più grossi di una bevuta senza pagare al pub. All’Europeo non manca più molto, il tempo per moralizzare però c’è ancora.

Se così non dovesse essere allora sarà vero ciò che diceva Montanelli: tutti i moralisti in fin dei conti sono un po’ furfanti.