Dybala, quando anche gli errori fanno ben sperare - Calcio News 24
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2015

Dybala, quando anche gli errori fanno ben sperare

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La Juventus ha già un motivo per sorridere nel suo processo di ricostruzione: l’impatto di Dybala in Supercoppa

Il primo trofeo della stagione 2015-16 se lo è aggiudicato la Juventus ed è questa la prima continuità, almeno sul terreno nazionale, espressa rispetto alla precedente annata. Come a voler dire: sì, abbiamo perso tre pezzi da novanta, ma alla fine vinciamo sempre noi. La Supercoppa strappata alla Lazio non può però già accantonare alcuni dei punti interrogativi che inevitabilmente si riproporranno per l’intero arco dell’attuale stagione.

DEFICIT DI PERSONALITA’? – L’aspettativa di chi vi scrive era assolutamente diversa: convinto che la Juventus avrebbe lasciato andare soltanto uno tra Andrea Pirlo e Carlos Tevez, opponendosi – almeno per un ulteriore anno – alla partenza dell’altro. Salutati entrambi, la cessione di Vidal mi ha oggettivamente lasciato senza parole. Un rischio di incalcolabile entità considerando il peso caratteriale, la leadership all’interno dello spogliatoio bianconero dei tre calciatori in questione: aspetto sovente sottovalutato anche dagli addetti ai lavori, i successi si costruiscono – prima ancora che sul livello tecnico di una squadra – sulla forza di uomini che sanno restare coesi nei momenti chiave di una stagione e che siano in grado di dettare la via al resto del gruppo. La Juventus in tal senso qualcosa pagherà e vedrete, sarà inevitabile. A prescindere dai risultati.

DYBALA, CHE IMPATTO! – Aveva sorpreso l’esclusione della stella argentina in occasione del primo impegno stagionale della squadra: un po’ perché mancava anche Morata e dunque il posto al fianco di Mandzukic (anche lui in gol al debutto) sembrava essere il suo, un po’ perché pagato (tra base fissa e variabile) 40 milioni, un po’ per il tenore del sostituto. Il giovane Coman preferito al grande acquisto dell’estate bianconera: classe ’96, quanto basta per perdonargli qualche uscita infelice, il francese ha però sprecato l’occasione concessagli da Allegri. Paulo Dybala ha invece brillato: impatto mortifero sul corso della gara, entra al 60’ minuto, pronti via e gioca un numero di palloni già ampiamente maggiore rispetto al suo predecessore. Svaria, smania, insomma c’è. Alla prima palla buona fa gol e qui dobbiamo soffermarci: l’argentino detta il passaggio ad un mostruoso Pogba che lo serve riconoscendone il livello, Dybala calcia di prima intenzione con inaudita potenza di fatto spaccando porta biancoceleste e partita.

ERRORI DOLCI – In mezzora si poteva dubitare di un approccio non giocoforza redditizio, all’ex Palermo sono bastati dodici minuti per gonfiare la rete avversaria e mezzora per far capire agli osservatori che non sia lì per caso. Perché Dybala non si ferma un attimo e continua ad arretrare verso i centrocampisti per entrare nel vivo del gioco, tanto da far letteralmente imbufalire mister Allegri per qualche finezza di troppo. Infruttifera e sopra le righe, vero, ma testimonianza di coraggio e personalità. Nella conferenza stampa di presentazione da nuovo calciatore della Juventus sudava tanto, visto la sua prima in bianconero però era probabilmente dovuto al caldo e non alla tensione dell’evento. Perché lui poi in campo regge, ci sta e con la testa alta. Quando infine esce al triplice fischio, alla domanda del giornalista sugli eventuali screzi con l’allenatore risponde senza giri di parole: “Ho chiesto scusa ad Allegri”. Ora l’esame di una stagione complessa. Intanto poco male vero?