Juventus, Allegri: «Noi non pienamente convinti di battere il Barcellona» - Calcio News 24
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2015

Juventus, Allegri: «Noi non pienamente convinti di battere il Barcellona»

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Il tecnico torna sulla finale di Champions League e sull’esperienza al Milan

La stagione della Juventus sta per ripartire. Oggi c’è stato il primo giorno da juventini per i nuovi acquisti Zaza e Khedira, e Massimiliano Allegri, il tecnico bianconero, non vede l’ora di ricominciare. L’allenatore toscano è stato ospite di “Condò Confidential”, programma in onda su “Gazzetta Tv“.

L’ARRIVO A TORINO – «Incoscienza per l’inizio dell’avventura alla Juve? Mi è stata utile a Torino ma anche a Cagliari. Quando sono arrivato mi dicevano di fare attenzione a Cellino, l’incoscienza mi ha aiutato anche al Milan e alla Juventus. Bisogna aiutare i giocatori a pensare: basta crescere polli da batteria, il calcio non è uno sport situazionale La diffidenza? Percepivo che pian piano avrei conquistato i tifosi grazie alla squadra. La diffidenza è normale, come quando un fidanzato lascia la fidanzata e Conte in questo caso era la fidanzata ma alla fine sono arrivati i risultati e le prestazioni e sono contento».

MILAN – «Lo Scudetto col Milan al primo anno? C’erano Ibra e Robinho, l’Inter aveva vinto il triplete e a fare la differenza furono i due derby vinti contro l’Inter, avevamo tanti campioni. Il gol di Muntari? In quel momento sbagliai io con Marotta perché non dovevo fare dialettica con la Juventus, eravamo più forti ed eravamo in testa al campionato, è successo un episodio che nel calcio può capitare. Come è stato ritrovarsi con Marotta? E’ stato normale».

LA JUVENTUS – «Tevez? Ha datto due anni importanti, ha prevalso la sua voglia di tornare al Boca e in Argentina. Cosa ho detto nell’intervallo del Bernabu? Ho detto che eravamo in partita, sapevo che avremo fatto gol in un modo o nell’altro. Quanto pesa la sconfitta in finale con il Barcellona? Non pesa. Mi dispiace aver perso, abbiamo giocato una bella partita, c’è rammarico perchè non siamo stati convinti all’inizio perchè avevamo davanti a noi il Barcellona, i più forti al mondo, a furia di sentirlo per un mese prima della finale, ci è entrato nella testa: il pianto di fine gara è stata l’idea di aver perso anche per la non totale convinzione di poter battere il Barça. Sapevo che, sull’1-1, se avessimo fatto il primo gol noi avremmo vinto, purtroppo hanno segnato loro. Sturaro titolare con il Real Madrid? L’ho deciso in allenamento, ho immaginato la partita e ho deciso di mandarlo in campo».