2015
Risparmiateci Icardi sulla fascia
La clamorosa indiscrezione: Inter su Ibrahimovic. Tutto bene nelle intenzioni, se non fosse che
Inter su Ibrahimovic: è di questa mattina la clamorosa indiscrezione lanciata dal Corriere dello Sport, la pace scoccata tra il fuoriclasse svedese e l’allenatore nerazzurro Roberto Mancini potrebbe rappresentare il via libera per il grande ritorno. Zlatan Ibrahimovic all’Inter per recuperare la vetta d’Italia e rilanciarsi tra un anno nel tanto ambito palcoscenico internazionale.
L’AMBIZIONE DI THOHIR – Che l’Inter abbia queste mire non è oramai mistero: Erick Thohir ha richiamato Roberto Mancini ed è con questa mossa che si è giocato tutto. Il suo futuro al timone del club è, nel bene o nel male, nelle mani del tecnico jesino: destino intrecciato, si va sulle stelle o si affonda insieme, un allontanamento causerebbe all’imprenditore indonesiano una decisa perdita di credibilità – scatterebbe immediata la nomea del mangia-allenatori che di calcio poco comprende – e dunque Mancini, che è persona di spiccata intelligenza, di questo ne è al corrente. Sa di poter chiedere così come sa che le sue richieste abbiano consistenti possibilità di essere esaudite.
ALL-IN IBRA – E’ su questo sentiero che sta procedendo la campagna rafforzamento dell’Inter 2015-16: il restyling della difesa è totale, si è cambiato e si cambierà tanto anche negli altri comparti. Poco importa se il calciomercato in uscita non decolli e che oramai occorrano due Pinetine per contenere tutti i calciatori nerazzurri. In tal senso Zlatan Ibrahimovic è indubbiamente l’uomo che, stando almeno al pregresso del curriculum, può far saltare il banco: degli ultimi dodici campionati divisi tra Eredivisie (Ajax), Serie A (Juventus, Inter e Milan), Liga (Barcellona) e Ligue 1 (Paris Saint Germain) ne ha vinti undici da protagonista ed è quanto basterebbe per andarlo ad acquistare tra un minuto. Poco importa che sia oramai un classe ’81: non ce la sentiamo onestamente di affermare che abbia palesato segnali di cedimento. Sì, ha giocato qualche partita in meno, ma il suo score personale è passato da 41 a 30 reti. E trenta timbri sono sempre trenta.
I PERO’ – Però, però: l’Inter vanta nel suo organico quel fantastico centravanti che risponde al nome di Mauro Icardi. Classe ’93 e già 41 reti nella massima serie calcistica italiana, è il capocannoniere in carica della Serie A ed è un attaccante che fa gol in tutti i modi: ha freddezza e tecnica, spaventoso fiuto del gol e prepotenza fisico-atletica, vanta una carta d’identità che farebbe risultare delittuoso il tentativo di interromperne o rallentarne la crescita. Perché questo qui può diventare tra i migliori centravanti del pianeta e no, salvo miracoli, con Ibra non funzionerebbe. Non ha funzionato con Cavani costretto ad emigrare in fascia – Matador peraltro identikit molto simile all’argentino – così come con le altre prime punte (vere o false) che hanno provato ad affiancargli: Ibrahimovic è un solitario che occupa quella precisa fetta di campo, guai ad avvicinarsi e su questo provate a non essere d’accordo. Gli è andato a genio nel tempo soltanto chi gli ha girato intorno, o per meglio dire alla larga (vedi Cassano). Derby di mercato con il Milan? Chiedere ai vari Bacca, Luiz Adriano, El Shaarawy, Menez, Niang, Matri, Cerci, Honda e Suso. Sono nove: con quanti attaccanti vogliono giocare le milanesi senza coppe? Ibra ti fa vincere, vero. Però…