2014
AIA, Romeo: «Non permetterci di parlare è un errore»
Le parole dell’ex arbitro Andrea Romeo
AIA ROMEO ARBITRI – Fa discutere la scelta di Andrea Romeo, ex fischietto di Serie A, di lasciare l’AIA dopo 28 anni. Alla base di tutto questo sembra esserci l’autorizzazione negata dal presidente Marcello Nicchi di far partecipare Romeo a una rasmissione in tv ma in realtà le cause sembrano essere ben più profonde e la scelta appare ponderata. Romeo ne ha parlato a La Gazzetta dello Sport, di seguito le sue dichiarazioni.
DIMISSIONI – «Le mie dimissioni sono un atto d’amore per la categoria, ho arbitrato fino a giugno e sono ancora uno del gruppo. Non permetterci di parlare è un errore, i tempi sono cambiati e dovremmo spiegare sempre le nostre scelte. Dovevo andare da Bonan a Sky per parlare e spiegare il momento attuale, pensavo fosse giusto e Nicchi mi ha bloccato. La verità è che non è mai il momento per queste cose, mentre fuori dall’Italia è un fatto normale. Nicchi pensa di proteggerci ma così forse siamo più isolati».
TV – «In tv poi ci sono andato ma perché prima mi sono dimesso, non ci ho dormito una notte ma poi son stato bene. Molti colleghi in attività sono dalla mia parte, perché non poter parlare è un errore, una cosa fuori dai tempi. Per i tifosi siamo da insultare e sbagliamo in malafede, la nostra voce non si sente mai, chi vuole ricamarci sopra ha vita facile, dovremmo uscire da questa logica, potremmo ad esempio parlare due giorni dopo la fine di una partita».
SILENZIO – «Vorrei spiegare il nostro punto di vista, far capire i nostri sacrifici, aprire le porte di Coverciano, far vedere le nostre ansie. E scusandoci per gli errori commessi invece di fare spallucce. Il silenzio è controproducente. Anche perché chi parla di noi in tv spesso usa toni sprezzanti. I giudici di porta sono utilissimi. E Sono innovativo ma la moviola in campo non produce nulla. Semmai utilizzerei le telecamere addosso agli arbitri come nel rugby, farei vedere a tutti che cosa vediamo».