Benitez e l'Inter: «Moratti non voleva abbandonare i suoi pupilli»
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Rafa Benitez: «Papà Moratti non voleva staccarsi dai suoi pupilli»

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L’ex tecnico interista Rafa Benitez, alla guida dei nerazzurri nel 2010, torna sul passato: dagli scontri con Massimo Moratti a quelli (presunti) con buona parte dello spogliatoio…

Tornare sui tasti dolenti del passato è sempre difficile. Soprattutto per Rafa Benitez, allenatore dell’Inter post-Triplete nel 2010: il rapporto tra l’allenatore spagnolo, oggi alla guida del Newcastle, e la società nerazzurra fruttò una Supercoppa Italiana ed un Mondiale per Club, ma terminò dopo appena qualche mese per dissidi con Massimo Moratti riguardanti il mercato e la gestione dello spogliatoio. Oggi, a distanza di qualche anno, Benitez torna su quegli episodi, spiegando alcuni retroscena: «Moratti resta un signore, innamorato della sua Inter anche se forse un po’ troppo emotivo – ha raccontato Benitez a La Gazzetta dello Sport . Per i suoi giocatori dava tutto, poi bastava un risultato storto e s’innervosiva. Arrivammo a Brema già promossi in Champions e decisi di schierare i giovani per risparmiare i titolari in vista del Mondiale per Club. Lo avvisai e fu d’accordo. Ma perdemmo e si lamentò con la stampa». C’era però anche molto altro…

«C’era il problema del Fair Play Finanziario, ma lo seppi a mercato chiuso. Peccato perché con Marco Branca, Piero Ausilio e il presidente avevamo stilato un bel programma triennale – le parole dell’ex allenatore di Liverpool e Napoli tra le altre – . Quale? Puntare su tre giocatori di peso. Poi si era concordato di acquistare tre italiani con meno di 25 anni e altri tre under 21 di prospettiva importante. Avevamo visto i dati della stagione precedente. In rosa c’erano quindici giocatori con più di 30 anni e un’alta percentuale di infortuni. Per aprire un nuovo ciclo era fondamentale puntare gradualmente sui giovani». Tra questi Philippe Coutinho, oggi star del Barcellona, che Benitez rivendica orgogliosamente di aver lanciato. Di mezzo però c’erano i senatori dello spogliatoio (Marco Materazzi su tutti) che non lo vedevano di buon occhio… «Non è vero. Ebbi l’appoggio del nucleo storico: Javier Zanetti, Ivan Cordoba, Diego Milito, Walter Samuel, Esteban Cambiasso e dello stesso Samuel Eto’o che con me fece 18 gol. Peccato non aver avuto il tempo per andare oltre le due vittorie nelle coppe. Diciamo che forse papà Moratti non se l’è sentita di staccarsi dai suoi pupilli. Ma ormai è andata in quella maniera». Amen.