2014
CdS, rapimento papà Tevez: la ricostruzione dell’incubo
L’attaccante della Juventus era pronto a volare in Argentina
JUVENTUS TEVEZ – Ore di interminabile angoscia per Carlos Tevez fino a quando non è arrivata la buona notizia e cioè che suo padre adottivo, rapito in mattinata a Moron, è stato rilasciato. Era pronto a volare in Argentina l’attaccante della Juventus, che aveva già fatto il check-in per il volo Roma-Buenos Aires delle 19:10 dopo aver informato l’allenatore e la dirigenza bianconera. Sono trapelate notizie frammentarie ieri sul rapimento dello zio materno, che però lo ha cresciuto dopo la morte del padre naturale e che gli ha dato il cognome da quando aveva sette anni.
L’INCUBO – Come ricostruito dal “Corriere dello Sport”, Segundo, che percorreva una delle principali autostrade della capitale, è stato fermato e minacciato, costretto a seguire i malviventi, che lo hanno rapito per estorcere denaro alla famiglia. Hanno colpito a caso i rapitori, che non conoscevano l’identità dell’uomo, poi sono partite le trattative e c’è chi sostiene che Tevez sia intervenuto direttamente e che la minaccia di ritorsioni da parte di gang malavitose dei quartieri in cui ha vissuto Tevez abbiano avuto un peso decisivo. Secondo le autorità alla fine sono stati pagati 30 mila euro.
LA LIBERAZIONE – Dopo la liberazione, l’Apache ha deciso di fare marcia indietro e ha comunicato di essere disponibile ad aggregarsi alla squadra in partenza per Cesena, ma Massimiliano Allegri lo ha spunto a restare a Torino per rilassarsi dopo la giornata infernale. Nel frattempo la Polizia Federale Argentina è al lavoro per arrestare i rapitori: non c’è l’identikit, perché Segundo era bendato, ma la sensazione è che abbiano le ore contate.