CN24, il pagellone di mercato: Torino - Calcio News 24
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2014

CN24, il pagellone di mercato: Torino

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Rinforzato il centrocampo, manca qualcosa in attacco e bilancio in attivo: ma il top player è rimasto

SERIE A CALCIOMERCATO TORINO – E’ terminata l’ennesima estate di calciomercato, ed è tempo di giudizi per l’operato delle varie società (attenzione: il campo è destinato a cambiare le valutazioni clamorosamente, come no).  Parliamo del Torino di Giampiero Ventura, rivelazione della stagione 2013/2014, che, nonostante il settimo posto, è riuscito a raggiungere la qualificazione in Europa per problemi burocratici del Parma. Il giusto premio per i granata senz’altro, un gruppo giovane e tra i più spettacolari sul rettangolo verde, anche grazie a Giampiero Ventura: classe 1948, il tecnico di Genova è tra gli allenatori più moderni del calcio italiano, variando i sistemi di gioco ed adottando un calcio basato sul possesso palla. Insieme al direttore sportivo Gianluca Petrachi, Ventura ha orchestrato il mercato, portando all’Olimpico elementi adatti al suo sistema di gioco, facendo affidamento ad una disponibilità economica modesta, che al 1° settembre si è aggiunta ai quasi 9 milioni di euro di attivo dopo la campagna acquisti. Restyling della rosa, certo, ma da sottolineare ovviamente è la partenza del duo d’attacco Cerci-Immobile,  coppia da trentacinque reti stagionali: il primo è volato a Madrid, sponda Atletico, mentre il secondo, in comproprietà con la Juventus, è partito alla volta del Borussia Dortmund. Un duro colpo certo, ma un capolavoro economico visti i 28 milioni di euro incassati. A queste due vanno aggiunte le cessioni dei vari  Bellomo, Aramu, Barreca, Avramo, Comentale, Fiamozzi, Chiosa, Comi,  Gyasi, Berni, Stevanovic, Gorobsov, Parigini, Scaglia, Gatto, Suciu, Rodriguez, Verdi, A. Gomis, Vesovic e L. Gomis. Tante uscite, ma anche tante entrate. Per la porta, dopo aver ingaggiato Avramov per poi girarlo all’Atalanta, è arrivato per completare il reparto l’esperto Luca Castellazzi, svincolatosi dall’Inter lo scorso 30 giugno; mosse oculate per la difesa: acquistati lo svedese Jansson, bloccato ad aprile in scadenza di contratto dal Malmo, e Gaston Silva, talentuoso uruguaiano pagato 2,5 milioni al Defensor Sporting e sul taccuino dei top club europei. Grandi mosse a centrocampo: Petrachi infatti è riuscito ad assicurarsi Marco Benassi, Ruben Perez, Bruno Peres, Sanchez Mino e Antonio Nocerino, cinque elementi di valore che hanno permesso il salto di qualità. I problemi però riguardano l’attacco: oltre il ritorno di Fabio Quagliarella, acclamato dalla caldissima tifoseria granata, il Torino non è riuscito a rinforzare il reparto a dovere, ingaggiando Amauri l’ultimo giorno di mercato. Una delusione per i tifosi, dopo che erano stati accostati all’undici di Ventura calciatori ben più accattivanti: da Duvan Zapata a Facundo Ferreyra, passando per Sebastian Giovinco fino ad arrivare a Ruben Botta.

IL MIGLIOR ACQUISTO – Verrebbe da dire Gaston Silva per il futuro, un classe 1994 di puro talento e grande dinamicità, ma parlando del presente come non si può pensare a Fabio Quagliarella? Cresciuto nel settore giovanile granata, Quagliarella con il fallimento della società passò alla Fiorentina, con il Torino sempre nel cuore. Se dal lato umano è un grande acquisto, dal punto di vista sportivo è un affarone: 3,5 milioni di euro per  il classe 1983 di Castellamare di Stabia, che ha raccolto nelle ultime otto stagioni 72 reti tra Sampdoria, Udinese, Napoli e Juventus, più un numero indefinito di assist vincenti. Un fattore decisivo può essere la grande voglia del calciatore di tornare protagonista, dopo un periodo con poca continuità con l’undici di Corso Galileo Ferraris, senza dimenticare  una caratteristica fedele al popolo torinista: l’ardore ed il grande cuore che impiega in ogni partita e la voglia di stupire, non mollare mai. Il Torino ha ritrovato il suo Quagliarella, pronto a prendere per mano i compagni e trascinarli verso nuovi record.

LA PEGGIOR CESSIONE – Non sono giunte notizie di fan disperati per la partenza di Tommaso Berni, svincolatosi a zero e poi passato all’Inter, nonostante il suo valore all’interno dello spogliatoio. Qualche sensazione del genere è giunta dalle partenze del tandem Alessio Cerci – Ciro Immobile. Valutando le prime uscite di Glik e compagni, si può affermare che sia Immobile l’elemento che manca di più: bomber d’area e grande lottatore, il nuovo calciatore del Borussia Dortmund avrebbe fatto comodo viste le difficoltà a concretizzare la mole di gioco. Se Cerci era devastante nelle ripartenze, il classe 1990 di Torre Annunziata era implacabile sotto porta, e fino adesso Larrondo e Barreto non sono riusciti a sostituirlo a dovere. Toccherà all’italo-brasiliano Amauri questo difficile compito.

LA POSSIBILE SORPRESA – Giusto e quasi naturale puntare su un nuovo arrivo dal Sudamerica, ed il nome che viene subito in mente è quello dell’argentino Juan Sanchez Mino. Classe 1990 di Saavedra, ma con trisavoli di Decollatura (CZ) che gli hanno permesso di possedere la cittadinanza italiana, Sanchez Mino è sbarcato in Piemonte dal Boca Juniors per una cifra vicina ai 3,5 milioni di euro. L’elegante mancino è nato e cresciuto nel settore giovanile degli Xeneixe, dove ha raccolto 79 presenze con 6 reti all’attivo, mostrando ottime potenzialità tecniche ed una duttilità tattica che ha stupito Ventura, pronto ad alternarlo come esterno di centrocampo e mezzala. Un’altra caratteristica interessante de el Gordo (il ciccione, soprannome datogli per il suo tono di vita alimentare, che non corrisponde alla perfetta forma fisica) è il tiro, basti pensare al bellissimo gol siglato nel “Super Clasico” contro il River Plate nel Torneo de Verano. Giusto dare fiducia a Sanchez Mino, il suo spirito argentino ben si adatta allo spirito granata.

VOTO 6 – Giusta la sufficienza, ma c’è rammarico. C’è rammarico perché l’arrivo di una prima punta di caratura, con tutto il rispetto per il buon Amauri (19 reti nelle ultime tre stagioni), avrebbe permesso delle considerazioni diverse: la difesa è stata potenziata con delle valide alternative, ed il centrocampo, come già affermato, ha fatto il salto di qualità con le interessanti geometrie di Ruben Perez e la tenacia di Antonio Nocerino. Al cospetto di tutto ciò, il bilancio è in super attivo: le cessioni sono state valorizzate a pieno, ed il mercato in entrata è stato oculato. Luci ed ombre appunto, ma è sbagliato essere pessimisti: il vero top player è rimasto ed è Giampiero Ventura, pronto ad orchestrare l’ennesimo miracolo tinto di granata, con la Maratona pronta a vestire la casacca numero 12, lasciata vacante in suo onore. Del resto l’inno parla chiaro, non si parla soltanto di una squadra: «Granata è una seconda pelle, portarla è come un viaggio tra le stelle, lo so cos’è la storia e la leggenda, giochiamo noi, la fiamma non si è spenta».