Di Canio: a noi piace l'allenatore - Calcio News 24
Connettiti con noi

2013

Di Canio: a noi piace l’allenatore

Pubblicato

su

«È più facile spezzare un atomo che un pregiudizio», diceva Albert Einstein, che di Paolo Di Canio difficilmente avrà sentito parlare. Eppure basterebbe citare il fisico di Ulma per spegnere una polemica che da giorni ruota intorno al tecnico romano e alla sua fede politica: un parametro, si sa, tutt’altro che prioritario per scevrare il valore di un allenatore. Risultano dunque poco sensate le dimissioni di David Miliband che da membro del consiglio d’amministrazione del Sunderland AFC, avrebbe dovuto documentarsi sui trascorsi professionali dell’ex attaccante della Lazio e sulle sue qualità da manager piuttosto che sulle sue idee politiche.

Avrebbe scoperto che Di Canio ha fatto leva su un carisma quasi unico nel panorama calcistico internazionale per trascinare lo Swindon Town dalla League Two (quarta categoria inglese) alla League One e per sistemare la sua squadra alle primissime posizioni della terza serie inglese prima di rassegnare le dimissioni per dissidi con la dirigenza. E che l’ex attacante di Sheffield Wednesday e West Ham si è tolto pure lo sfizio di battere due club di Premier League: il Wigan, nella FA Cup della scorsa stagione e lo Stoke City, in League Cup, inscenando quelli che gli inglesi definiscono giant-killing.

Il Sunderland, adesso, ha 31 punti ed ha un solo punto di vantaggio dalla terzultima piazza, quella che costa un viaggio di sola andata per la Championship. Per salvarsi, per uscire dalla spirale di risultati negativi che ha costretto uno degli allenatori più quotati d’Inghilterra, vale a dire Martin O’Neill, a fare le valigie, serve qualcosa di nuovo, di diverso. E cosa se non la leadership dell’allenatore romano, la sua trasparenza e i suoi metodi discutibili ma efficaci? Il Sunderland ha bisogno dell’allenatore che sbraitò contro le espulsioni dicendo “I can do what i want in my technical area” con vago accento romanesco, aggiungendo che la sua squadra era forte e avrebbe vinto il campionato anche con le sue espulsioni, e l’ha fatto. L’allenatore che sostituì il suo portiere (Wes Foderingham) dopo 20 minuti perché aveva preso due goal evitabili, l’attaccò e poi lo perdonò. L’allenatore che, con la sua spontaneità, ha fatto della sua squadra una vera e propria famiglia, in cui ogni giocatore aveva una fiducia e una considerazione illimitata del proprio manager. Ma soprattutto, i risultati stanno dalla parte di Di Canio ed è questo ciò che ha spinto il proprietario del club, Ellis Short a farsi molti nemici pur di giocarsi questa carta. E noi lo ringraziamo perché, comunque vada, ci divertiremo.