Esclusiva, Marcel Vulpis: "La razionalizzazione del calcio italiano? Lenta e più per necessità che convinzione" - Calcio News 24
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2012

Esclusiva, Marcel Vulpis: “La razionalizzazione del calcio italiano? Lenta e più per necessità che convinzione”

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Abbiamo posto a Marcel Vulpis, direttore di “Sporteconomy” ed opinionista Sky, alcune domande in esclusiva sulla “situazione italiana”: stadi di proprietà, moderna gestione delle società calcistiche, razionalizzazione di spese ed entrate. Insomma, a che punto è il calcio italiano, lo stesso che manda in scena la partita di cartello dell’intero campionato, Juventus-Napoli, alle 18.00, come un anticipo qualsiasi:

“Effettivamente mi sarei aspettato il match in serata, ma non conosco le motivazioni tecniche che hanno portato a questa scelta, a meno che non si sia voluto sfruttare i fusi orari del continente americano. Ma è solo un mio pensiero”.

A proposito di promozione: lo “Juventus Stadium” è ancora privo del main sponsor ad oltre un anno dall’inaugurazione..

Non mi stupisce affatto, anzi. Siamo nel tunnel di una crisi nera, sotto il profilo economico. SportFive ha fatto una operazione molto rischiosa piu’ di 3 anni fa quando prese i diritti di nome dell’impianto per 12 anni a 6 milioni e rotti a stagione. Ad oggi sta fuori almeno di 18-20 milioni, fermo restando che ha anche una serie di pacchetti corporate da vendere all’interno dell’impianto torinese. Di sicuro non recupererà mai quell’importo. E’ stata una scommessa persa. Altro problema da considerare per il futuro è che serve sicuramente un numero maggiore di nuovi stadi. L’impianto della Juve è una rondine che non fa primavera. Manca un sistema-stadi italiani in rete, non c’è massa critica“.

Tra le notizie di ieri, le dichiarazioni del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, riguardo ai nuovi impianti di Roma e Lazio: il Comune ha fatto tutto ciò che doveva, ora toccherebbe alla società…
 
“Alemanno è in campagna elettorale e come ogni bravo politico gioca allo “scaricabarile”. E’ tipico di chi fa politica ai nostri giorni. Anche se fosse stato di centro-sinistra avremmo sentito le stesse parole. Se si farà questo stadio (parlo di quello giallorosso) costerà comunque una cifra folle (200-300 milioni di euro) e rimane tutto da capire il fattore amministrativo, che blocca mediamente qualsiasi buon progetto nel nostro Paese“.

Claudio Lotito è stato indicato dalla Gazzetta dello Sport come il miglior presidente italiano. Gestione “pane e salame” la sua: se il bravo numero uno laziale, che ha avuto peraltro l’enorme merito di risanare i conti societari ed ottenere buoni risutlati sportivi, è il migliore della Serie A però, qualcosa non torna…Quant’è lontano il modello inglese di club gestito in modo moderno e pianificato?

“Lotito “pane e salame”? Probabile. Se mi permettete la battuta, mi sembra che tutti i nostri presidenti di calcio siano più virtuosi per necessità che per libera scelta. Quanto al modello inglese nemmeno parliamone, sono anni luce avanti e il gap è quasi incolmabile, credetemi. Servono le idee, ma anche i soldi per realizzarle, e soprattutto gli “uomini di qualità” per gestirle. Tre elementi rari nel nostro Paese, in tutti i settori, incluso il calcio”.

Milan ed Inter stanno vivendo, almeno apparanetemente, una stagione di profondo rinnovamento tecnico e di politica societaria: l’occasione giusta per avviare sul serio il progetto “stadio di proprietà”?

“Milan e Inter sono entrambe in una radicale fase di rinnovamento, è vero. Detto questo mi sembra che il Milan, nel caso in cui l’Inter dovesse riuscire con questi nuovi partner cinesi a costruire uno stadio, voglia rimanere a San Siro. Già da due stagioni tra l’altro è stata arricchita totalmente l’offerta corporate all’interno dello stadio e vengono utilizzate, sotto il coordinamento del gruppo Infront (advisor marketing e pubblicitario del Milan) le strutture di Invillà e Trotto”.

Riassumendo: passi avanti in Italia rispetto alle scorse stagioni sul versante della razionalizzazione e, soprattutto, della modernizzazione della gestione di un cub calcistico di primo piano?

“Obtorto collo si sta arrivando a una razionalizzazione, ma ripeto mi sembra tutto molto scelto per necessità, più che per convinzione”.