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Fabio Lucioni: «Palermo, garantisco la voglia e la determinazione di sempre»

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Le parole di Fabio Lucioni, nuovo acquisto del Palermo: «Quest’anno dobbiamo pensare al noi e non al singolo»

Poco tempo fa ha festeggiato la promozione con il Frosinone. Invece di godersi la Serie A, Fabio Lucioni ha deciso di provare a riconquistarla in una piazza come Palermo, che nutre grandi aspettative. Il 36enne difensore ne ha parlato con La Gazzetta dello Sport.

LAVORO – «Ho sempre basato tutto sul lavoro fin dai dieci anni. Tutti cercavano di scartarmi perché non mi ritenevano in grado di poter giocare e forse da lì è scattata questa voglia di dimostrare a me stesso di potercela fare e agli altri che forse si sbagliavano, questa voglia e questa determinazione mi devono contraddistinguere fino all’ultimo giorno che sarò in campo».

GIOCARE FINO A 40 ANNI – «Magari. Finché la testa me lo dice e il fisico mi accompagna mi vorrò divertire e cercherò di farlo nel migliore dei modi».

CORINI E LA MANCATA PROMOZIONE A LECCE 3 ANNI FA – «Quando si vince lo fa il gruppo. Quel gruppo è uscito sconfitto perché si pensava troppo all’io e non al noi. Quest’anno dobbiamo pensare al noi perché vincere a Palermo sarebbe qualcosa di straordinario, una possibilità per cambiare le carriere di tutti, anche la mia che sono il più anziano, dobbiamo toglierci qualcosa e darlo al gruppo, perché poi saranno tutti a beneficiarne».

ROBERTO INSIGNE – «Roberto è un valore, può dare tanto sia sotto il punto di vista tecnico che tattico, è un uomo spogliatoio e ci darà una grossa mano. La B non ti rende merito se la stagione precedente sei stato bravo, né ti aspetta. L’esperienza diventa importante nel gestire i momenti no e cruciali, ma solo il gruppo può esaltare il singolo».

LINGUAGGIO – «Dovremo parlare tutti lo stesso linguaggio, questo deve essere chiaro. Un solo giocatore non può far vincere la squadra. Per fare una buona fase difensiva serve tanta predisposizione a saper soffrire l’uno con l’altro. Così si è già al 70%. Poi il singolo ci deve mettere del suo e io sono qua per questo e ci metterò la faccia».