2014
Fabrizio Nevola: «Napoli, servono più motivazioni! Per Squadra Antimafia vedrei bene…»
Continua l’attore: «Per la panchina partenopea, punterei su Rudi Garcia»
Grandissimo attore e protagonista in “Squadra Antimafia 6” sì, ma Fabrizio Nevola ha anche un’altra grande passione: il calcio ed il suo Napoli. L’artista campano nella serie tv interpreta lo spietato Ettore Ragno, a capo dell’omonima famiglia, ed ecco un commento sul suo personaggio: «Il personaggio è disegnato così, rimane un personaggio epico che deve essere l’icona dello spietato, un fumetto. Spero venga fuori bene, ma ci sono diversi riscontri positivi». Ma la redazione di Calcionews24.com lo ha contattato per parlare del suo amore per la formazione partenopea e per lo sport più seguito in Italia.
Allora Fabrizio, che squadra tifi?
«Assolutamente il Napoli, vivo come se giocassi con i partenopei tanto che ne sono appassionato. Soprattutto venendo a Roma è aumentata la passione per il Napoli, allontanandomi dalla mia città: guardare il Napoli in televisione è diventato un momento di appartenenza, ci troviamo tra tifosi a guardare la nostra squadra del cuore, che purtroppo in questo momento non sta dandoci molte soddisfazioni».
A chi dai la colpa per questa situazione: a De Laurentiis, a Benitez o alla squadra?
«Innanzitutto credo che il problemi sia nella testa dei giocatori. L’anno scorso la novità di Benitez, il fatto che molti calciatori siano diventati titolari, quando nelle squadre precedenti non lo erano, e dimostrare dunque di essere all’altezza, il Mondiale, e la voglia di parteciparvi, hanno dato una certa verve. In questo momento credo manchino le motivazioni ai calciatori, poi l’eliminazione dalla Champions League è stata un’ulteriore botta che nessuno si aspettava, e forse anche il mercato non ha dato le risposte che tutti si aspettavano, con acquisti per lottare al vertice. La dirigenza non si è dimostrata vogliosa di prendersi dei rischi: quando investi tanto non lo fai a caso, ti assumi dei rischi, accetto assolutamente il Fair-play Finanziario, e spero che tutti i club europei riescano ad adottarlo. Per quanto riguarda una gestione d’azienda, l’azienda fa dei debiti, investe e rischia: il rischio è presente appunto nelle voci di bilancio, un passo più lungo della gamba bisognerebbe dunque farlo, per riuscire ad avere dei risultati. In parte do la colpa anche a Benitez: non si può ostinare con i giocatori che ha a disposizione a fare il 4-2-3-1: non abbiamo i difensori ed i centrocampisti adatti per questo modulo. Diciamo che le colpe vanno a tutti, ma secondo me un po’ di più vanno ai calciatori in questo momento. Anche Higuain, che io adoro, deve assumersi la responsabilità di prendere in mano la squadra, deve responsabilizzare maggiormente i propri compagni di squadra. Ci manca un capitano, perchè Hamsik non è uno che si fa sentire in campo e nello spogliatoio: ci voleva Pepe Reina, un uomo simbolo che faceva gruppo, Hamsik sembra un po’ solitario. Un calciatore come Totti è fondamentale: uno che capisce i momenti della stagione, aiuta i giovani e guida il gruppo. La figura di riferimento dovrebbe essere l’allenatore, che però non ha il carisma adatto per gestire una squadra così; lui è un signore, è troppo inglese. Ci vorrebbero delle motivazioni in più che in questo momento il tecnico non sta dando».
Quindi tu sostituiresti Benitez?
«Non lo so. L’anno scorso mi convinceva in parte. Un buon allenatore deve essere un buon organizzatore: pure gli ideatori teatrali hanno le proprie idee, ma poi si adeguano alle necessità produttive, di spazio del teatro e agli attori che ha. Se insisti su quel metodo di gioco anche se non hai il materiale adatto, forse non sei adatto. Non dico di esonerarlo adesso, ma bisognerebbe subito correre ai ripari».
Tu su chi punteresti?
«Assolutamente su Rudi Garcia. E’ un allenatore che si sa adattare, che sa motivare ed è un capo-gruppo che fa parte del gruppo: come stile, mi piace molto. Tra quelli liberi credo che Spalletti potrebbe fare al caso nostro, anche per i calciatori in rosa. Ma anche Benitez potrebbe andare bene, basta dare una sistemata alla difesa. Poi non riesco a capire perchè non si possa giocare con il 4-3-1-2, con Hamsik davanti ai tre centrocampisti ed Higuain affiancato da Callejon o Mertens: non si lascerebbe molto campo agli avverarsi. I difensori non hanno il filtro dei centrocampisti, devono badare a troppe cose».
Higuain-Cavani, chi preferisci?
«Son due calciatori diversi che possono convivere insieme. Penso che sarebbe una coppia fantastica: Higuain che viene incontro e Cavani come finalizzatore. Cavani era forte eh… (ride, ndr). La squadra c’è, ed è grazie a Cavani che c’è, viso che la sua cessione a 64 milioni di euro ha permesso di comprare. Credo che Higuain non sia sempre determinante mentre Cavani lo era, prendendo in mano la squadra: spesso faceva ripartire il contropiede e lo finalizzava».
C’è un calciatore con il profilo adatto per fare Squadra Antimafia? Un profilo particolare diciamo…
«Con tutti questi tatuaggi i calciatori sembrano dei delinquenti (ride, ndr). Mexes è uno che ci starebbe bene a fare il mafioso, Menez anche: questi profili un po’ francesi, come i marsigliesi, mi viene in mente il libro Casino Royale. Ci sono anche altri volti che si presterebbero bene: penso a Caceres della Juventus».
Ultima domanda: c’è una squadra che ti ha stupito fino adesso?
«La Roma è forte, anche forse un po’ più della Juventus, che ha meno fame. Bisogna vedere con il doppio impegno come si comporterà, ma nella prima sfida di Champions League ha già dato una grossa dimostrazione: l’unica squadra materasso del girone, il CSKA Mosca, l’hanno abbattuta in venti minuti. Sono molto determinati, soprattutto l’allenatore e soprattutto Totti, voglioso di vincere. Ci sono calciatori che non ti aspetti, e che si dimostrano ottimi: togli Benatia ed arriva Manolas, un altro muro, Nainggolan ha fatto il salto di qualità, Gervinho all’Arsenal si mangiava caterve di gol, che ora segna. Pjanic anche è migliorato: da oggetto non identificato con Luis Enrique, è passato a grande calciatore. Attenzione ai giallorossi!».