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La parabola di Fassone: da bistrattato a idolo dei social

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Dalla Ferrero alla Juve, la parentesi all’Inter e ora al Milan. Fassone è diventato l’uomo forte dei rossoneri e idolo dei social

Nato a Pinerolo, laureato in lettere Moderne a Torino inizia la sua carriera in una delle aziende più importanti del Piemonte, la Ferrero, dove gestisce per 12 anni il marketing dei prodotti. Da lì passa alla Galbani, dove diventa Direttore Sviluppo Nuovi Prodotti: esperienza di due anni, fino al 2002, prima di entrare nel mondo del calcio. Dove in realtà già era entrato, ma come assistente arbitrale.

Nel 2003 approda alla Juventus, inizialmente occupandosi prevalentemente del marketing. Fino al 2006 ricopre le posizioni di Stadium Sales & Marketing Director, Marketing Director e Sales and Marketing Director, prima di ampliare il “raggio d’azione” nel post-Calciopoli.
Dopo lo scandalo che travolge la società bianconera, infatti, diventa responsabile dei ricavi per la società bianconera, gestendo direttamente i contatti con la Lega Calcio, oltre a diventare coordinatore del progetto per il nuovo stadio e in seguito anche ad entrare nel CdA del club. Un progetto che si trasforma nello Juventus Stadium, uno dei segreti dei successi delle ultime stagioni bianconere.
Un progetto di cui però non vedrà i frutti, perché la rivoluzione di Andrea Agnelli alla Juve colpisce anche lui: nell’estate del 2010, così, lascia i bianconeri per spostarsi a Napoli, accettando l’offerta di De Laurentiis come direttore generale.

In Campania riesce a sviluppare l’aspetto economico della società, aumentando i ricavi in modo importante. L’esperienza napoletana si interrompe, però, nel 2012, quando l’offerta per il rinnovo da parte del patron (che avrebbe portato ad un ruolo solo di rappresentanza per Fassone) viene lasciata sul tavolo.

Dopo poco tempo Fassone diventa il direttore generale dell’Inter nell’ultimo anno di Moratti presidente, ruolo che riesce a mantenere anche quando la società passa a Erik Thohir.
Anche in nerazzurro, però, una rivoluzione gli toglie spazio. Se fino al 2014 infatti ha la completa responsabilità del club, sia sportivamente che finanziariamente, con l’ingresso in società di Michael Bolingbroke (agosto 2014) diventa responsabile solo della parte sportiva, quella relativa allo stadio e alla comunicazione.
Il dualismo con il manager ex United non è destinato a durare a lungo, infatti nel settembre 2015 l’Inter saluta Fassone. Quasi un fulmine a ciel sereno, con la squadra in testa alla classifica: magari qualcuno se lo sarebbe aspettato un anno prima, quando aveva spinto per il rinnovo a Mazzarri, trasformatosi in un fallimento (finendo nel mirino dei tifosi invece per lo scambio Guarin-Vucinic, poi sfumato, con la Juventus). Sta di fatto che il rapporto con Bolingbroke non funziona, e Thohir decide di tenersi il dirigente inglese.

LA RINASCITA AL MILAN – Conclusa l’avventura in nerazzurro, molte squadre si interessano a Fassone. Ci provano Sampdoria e Torino, ma restano solo voci. Fino almeno allo scorso agosto, quando la trattativa tra Fininvest e una cordata cinese per la cessione del Milan diventa realtà: con la firma del contratto preliminare, il 5 agosto scorso, Marco Fassone rientra in gioco.
Qui, come una fenice, il manager è risorto diventando in poco tempo l’uomo forte della società, curando gli aspetti finanziari ed economici del club e soprattutto mettendo in atto una campagna acquisti che i tifosi milanisti non vedevano da molti anni.
Un aspetto accomuna tutti i 9 acquisti compiuti dal Milan, una comunicazione vera, trasparente e che i tifosi milanisti hanno sentito molto vicina a loro. Durante la firma del contratto, infatti, rigorosamente proiettata in live sulla piattaforma di Facebook il duo FassoneMirabelli è solito seguire una routine che ormai i milanisti conoscono a memoria:
Mirabelli “battezza” il nuovo acquisto con una vigorosa pacca sulle spalle mentre Fassone dopo aver elencato tutti i pregi e i motivi per i quali si è acquistato il nuovo giocatore, al momento della firma sul contratto pronuncia un tormentone diventato celebre: «Passiamo alle cose formali» dopodichè il giocatore firma il contratto che lo legherà alla squadra rossonera.
Una frase che i tifosi rossoneri sperano di risentire presto, allegata a un acquisto top come Belotti o Morata.