Gaizka Mendieta, il dj spagnolo - Calcio News 24
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2013

Gaizka Mendieta, il dj spagnolo

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Con lui si tocca l’apice, si arriva in alto nella classifica dei bidoni. Gaizka Mendieta merita un piazzamento prestigioso, per qualità e prezzo. Il centrocampista spagnolo arriva alla Lazio nel 2001 con le migliori referenze, con due finali di Champions sfumate e con l’obbligo di portare per mano i biancocelesti alla conquista del terzo scudetto. Tutto per la modica cifra di 93 miliardi di lire, il Valencia ringrazia e la Lazio sogna.
Mendieta, nato a Bilbao, si mette in mostra nel Castellon, squadra delle serie inferiori spagnole. Nel 1992 passa al Valencia dove resterà per nove stagioni. Capitano, trascinatore, con una visione di gioco straordinaria, Gaizka è l’idolo del Mestalla negli anni d’oro di Hector Cuper. Le due finali consecutive perse contro Real Madrid e Bayern Monaco non fanno che aumentare, in maniera esponenziale, il valore del giocatore. In entrambe le edizioni riceve il premio dalla UEFA come miglior centrocampista della competizione, togliendosi la soddisfazione di segnare una rete nella finale di Milano contro i tedeschi del Bayern. Nell’estate del 2001, Mendieta è il pezzo pregiato del mercato. Tutti lo cercano, i grandi club europei iniziano a chiedere informazioni al Valencia. Su di lui ci sono squadre del calibro di Barcellona, Real Madrid, Manchester United; in Italia c’è l’Inter che prova a disturbare la Lazio.

La squadra spagnola tira sul prezzo, il presidente Pedro Cortes spara alto e chiede ai club interessati di pagare la clausola rescissoria di 115 miliardi di lire. Una cifra folle per l’epoca che però non spaventa la Lazio. I biancocelesti superano la concorrenza agguerrita grazie alla ferma volontà di Cragnotti di regalare alla piazza un giocatore importante come il basco. Alla fine della trattativa, gli spagnoli abbassano le pretese e si accontentano di chiudere l’affare a 93 miliardi. Nel trasferimento inseriscono una clausola che non permette alla Lazio di cedere in futuro il calciatore al Real Madrid, pena un ulteriore esborso economico.

Il biondo Gaizka firma un quinquennale con la società romana da 8 miliardi netti l’anno colmando il vuoto lasciato dalle partenze di Veron e Nedved. L’ambiente lo accoglie con entusiasmo, l’allenatore Zoff un po’ meno. Le prime partite mostrano tutt’altro rispetto alle meraviglie viste con il Valencia, Mendieta appare spaesato e in difficoltà. Non riesce a trovare il feeling giusto con il calcio italiano e con il passare dei mesi sprofonda in prestazioni sotto la sufficienza. A gennaio, lo spagnolo vuole lasciare l’Italia, dichiara che il calcio è troppo difficile dalle nostre parti. La Lazio prova a cederlo in prestito ma nessuno si fa avanti. La stagione si chiude con solo dodici gettoni da titolare, per un totale di 20 presenze complessive; tutte pessime o quasi.

Dopo solo un anno ritorna in Spagna, in prestito al Barcellona, il Real ringrazia vivamente per la clausola. Intanto il rapporto con l’Italia continua ad essere difficile, Lazio e Valencia entrano in conflitto sul pagamento del cartellino; nel frattempo Mendieta, a fine stagione, lascia nuovamente Roma per trasferirsi in Inghilterra, al Middlesbrough.Nella prima stagione inglese vince la Coppa di Lega, tanto da convincere il club a riscattarlo a fine stagione. Dal luglio 2004 diventa ufficialmente un giocatore del Boro, per la gioia dei tifosi inglesi ma soprattutto dei sostenitori laziali. Negli anni a seguire giocherà sempre meno, complici una serie di infortuni e prestazioni sottotono. Disputa la sua ultima partita nel 2006 contro l’Everton, due anni dopo annuncia il ritiro.
Lascia il mondo del calcio giocato continuando a seguire la Premier League come telecronista di Sky Sports ma la vera svolta arriva poco tempo dopo. Abbandonati gli scarpini da gioco, indossa le cuffie da disc jockey e di notte si trasforma in Dj nei migliori locali spagnoli e inglesi. La pessima figura alla Lazio e il calcio italiano sono ormai ricordi sbiaditi.