Giorni di ordinaria follia - Calcio News 24
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2014

Giorni di ordinaria follia

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Riot, disordini, sommosse, tragedie. Da più di 25 anni il calcio assiste a tragedie senza colore, in una escalation sempre più cruenta, che nè Daspo, tornelli e tessere del tifoso varie sembrano poter evitare e limitare, spesso dimostrandosi ammortizzatori non in grado di gestire un problema di ben più ampia natura. I disordini dello scorso 3 maggio all’esterno dell’Olimpico di Roma, gli spari, il ritardo di 45 minuti rispetto al naturale fischio d’inizio, le immagini che girano sui telegiornali di mezzo mondo, tutto in mondovisione. Non è stata sicuramente una delle pagine più belle scritte dal calcio italiano, mostrandosi tuttavia solamente come la punta di un iceberg ben più preoccupante. Non ci addentreremo su giudizi di merito sulla questione relativa al tifo organizzato, che merita sicuramente un ben più ampio dibattito prendendo in gioco tutte le componenti che fanno parte del sistema calcio, e non solo. Ciò su cui vogliamo semplicemente disquisire sono solo alcuni dei tanti fatti di cronaca nera accaduti negli ultimi 25 anni di calcio, in Italia, così come all’estero. 

EUROPE – E’ stampata ben impressa nella memoria di tutti i sostenitori sportivi, ad esempio, la tragedia dell’Heysel di Bruxelles del 29 maggio 1985, giorno della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool, in cui morirono 39 persone (tra cui 32 tifosi italiani) con un bilancio intorno ai mille feriti per la carica degli hooligans inglesi verso il settore Z occupato dai bianconeri poi crollato, sfondando le reti divisorie, ma nonostante ciò la partita venne giocata. E come dimenticare, 4 anni più tardi, la strage dell’Hillsborough Stadium di Sheffield, in cui morirono 96 persone e ancora oggi impressa come la più grande tragedia del mondo calcistico, a cui poi seguì la linea dura intrapresa dal mondo calcistico britannico, con l’introduzione delle telecamere a circuito chiuso e altri drastici provvedimenti che riusciranno in qualche modo ad isolare la issue legata al problema-hooligans.

70, 80, 90 – Storie di sangue, spesso isolate negli anni, sono accadute a iosa anche nel campionato italiano: dalla morte di Vincenzo Paparelli, tifoso laziale, colpito da un razzo sparato dalla Curva Sud, sede dei supporter della Roma, la cui vita si spezzò tragicamente quel 28 ottobre 1979, nonostante una folle corsa in ospedale. O la morte di Antonio De Falchi dieci anni più tardi, stroncato da un arresto cardiaco in seguito alla fuga dall’aggressione di una ventina di tifosi milanisti prima di Milan-Roma del 4 giugno 1989. Il fenomeno delle ‘lame’, con cui venne accoltellato a morte un giovane tifoso del Genoa, Vincenzo Spagnolo, prima di Genoa – Milan del 29 gennaio 1995, o la bomba-carta esplosa nella curva nord del Messina prima di un derby decisivo per la promozione in Serie B contro il Catania, 17 giugno 2001, nella quale perderà la vita pochi giorno dopo il giovane tifoso giallorosso, Tonino Currò, di 24 anni, a cui è stato poi dedicato il settore dello stadio messinese. O la morte di Sergio Ercolano in un Avellino – Napoli del 2003, precipitato nel vuoto durante gli scontri tra tifosi e forze dell’ordine: per arrivare al derby farsa del 21 marzo 2004, interrotto da voci poi smentite della morte di un bambino investito da una voltante della polizia. 

IL NUOVO MILLENNIO – Gli ultimi episodi sono tristemente noti: il 2 febbraio del 2007, in seguito agli scontri durante e dopo il derby siciliano tra Catania e Palermo, muore l’ispettore capo della polizia Filippo Raciti, colpito durante gli scontri con i sostenitori etnei fuori dallo stadio in un clima da guerriglia civile: la tragica morte di ‘Gabbo’, il tifoso della Lazio, Gabriele Sandri, ucciso nei pressi di un’area di servizio sulla A1 ad Arezzo da un colpo di pistola esploso dall’altra parte della carreggiata, l’11 novembre 2007: e ancora, quella di Matteo Bagnaresi, il tifoso del Parma investito, sempre nei pressi di un’area di servizio sulla Torino-Piacenza, da un pullman di tifosi juventini diretto a Torino per assistere a Juventus – Parma. Storie di sangue, di armi e di amori: per quanto ancora?