Globe Soccer Awards, Lewandowski: «Alla mia età c'è chi pensa al ritiro, ma posso dare ancora tanto»
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Globe Soccer Awards, Lewandowski: «Alla mia età c’è chi pensa al ritiro, ma posso dare ancora tanto»

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Robert Lewandowski, attaccante del Bayern Monaco, ha parlato sul palco dei Globe Soccer Awards: le sue dichiarazioni

Le parole di Robert Lewandowski ai Globe Soccer Awards.

PRESENTAZIONE – «Felice di essere qui. E’ qualcosa di speciale essere a Dubai per i Globe Soccer, è tutto perfetto».

69 GOL – «Difficile spiegare quello che è successo. L’importante non è l’età ma
lavorare sempre. Alla mia età qualcuno pensa al ritiro, io sono convinto di poter
dare ancora tanto. E’ un discorso anche di testa, bisogna tenere la qualità alta, solo
così si fa ancora la differenza. Posso dare il meglio. Non è solo quello che facciamo sul
campo o in allenamento a fare la differenza, ma anche quello che facciamo fuori. Quest’anno
è stato molto intenso da tutti i punti di vista, giocare ogni tre giorni è difficile. Voglio
però farmi trovare pronto».

CAMPIONI DELLO SPORT – «Giocare oltre i 40 anni non so. Conta molto il lavoro di testa e quanto sarà stanca in futuro. Per il momento non penso a smettere, ma quando capiterà sarà il primo passo per capire che devo dire basta».

PLAYOFF MONDIALI – «Con la Russia sarà difficile, non pensiamo subito alla finale. Non c’è una situazione confortevole, dobbiamo fare del nostro meglio per andare avanti e prenderci il Mondiale. Credo che sia importante per tutta la Polonia un traguardo simile. La qualificazione è nelle nostre mani, possiamo dimostrare di stare ad alti livelli. Non sarà facile, ma come tutte le gare. Bisogna dare il massimo e restare concentrati sull’obiettivo per 90 minuti».

GENITORI – «In Polonia ci sono tanti nomi difficili e con suoni strani. Ho un cognome molto lungo, per questo i miei genitori hanno pensato ad un nome più internazionale che non facesse confondere gli altri. Non pensavano che sarei diventato un calciatore, ma in questo senso si erano già portati avanti. Mio padre era il mio primo insegnante, all’inizio non capivo il perchè di determinati esercizi. Mi faceva praticare altri sport rispetto al calcio, che mi hanno permesso di capire la differenza tra me e i miei amici. Ho imparato molti movimenti da altri sport, che mi hanno aiutato a portare il mio corpo ad un livello pronto per tutto».

MONDIALE BIENNALE – «Non sono un grande fan. Si giocano un sacco di gare ogni anno, anche la preparazione è stancante. Ogni tanto c’è bisogno di un po’ di riposo. Se dovessimo giocare il Mondiale ogni due anni in futuro, per quanto riguarda la mentalità e il fisico, i giocatori non reggerebbero ad alti livelli. I calciatori hanno bisogno di staccare dal calcio ogni tanto. In questo mondo devi provare a mostrare di essere il migliore in ogni gara: se segni hai fatto bene, altrimenti hai fatto male».

VAR – «Ho perso due semifinali di Champions per errori nell’era prima del VAR, ricordo bene gli errori. Se si usa bene è un grande aiuto, ma è importante capire il suo utilizzo. Sono dalla sua parte ma solo se usato bene».

FUTURO – «Posso giocare ancora tanto, non penso ai prossimi due anni o ad altri step. Non penso a cosa accadrà dopo il calcio, le cose ora stanno andando bene. Penso solo a quest’anno, alla mia età ho avuto tanta esperienza. So cosa fare e a cosa pensare. Sono concentrato sul giocare e sugli allenamenti. Ho imparato a non farmi condizionare dalle voci, ho imparato ad essere felice dove sono».