Verona, Setti: «Vi svelo l'affare Pazzini» - Calcio News 24
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2015

Verona, Setti: «Vi svelo l’affare Pazzini»

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setti verona lega febbraio 2014 ifa

Il presidente ha un sogno: «Vincere la Coppa Italia»

Si reca a Verona solo una volta a settimana, preferendo delegare molto ai suoi dirigenti. Più presente è, invece, suo figlio Federico, che lavora nell’area marketing del club. Arrivando da una famiglia di operai, Maurizio Setti sa bene cosa siano i sacrifici e quanto sia dura la scalata verso il successo. Lo stesso vale per il suo club: «Roma, Inter e Lazio nelle prime 6 giornate: una partenza durissima. Però sta venendo su una buona squadra: vorrei qualche punto in più rispetto allo scorso anno, magari contro le big», ha dichiarato il patron ai microfoni de La Gazzetta dello Sport.

CAMBIAMENTI – Setti ha parlato, però, anche del suo progetto di rinnovamento del Verona: «Gli italiani creano meno problemi e la squadra fa più gruppo: ci sono momenti in cui essere uniti aiuta. L’età? In A bisogna correre, anche un vecchietto (sorride, ndr) come Toni lo fa, ma lui è un fenomeno. Chi corre di più vince. Sogliano è un istintivo, un solista che mi portava a casa il lavoro già bello e fatto. E’ stato un bel ciclo, poi ho deciso di voltare pagina. Bigon è più riflessivo, per organizzazione e modo di lavorare è un tedesco e ti rende partecipe delle operazioni in corso. Preferisco questo metodo».

IL MISTER – Non sono mancati i momenti difficili, soprattutto per l’allenatore Andrea Mandorlini, ma sono stati superati grazie a confronti leali: «Siamo maturati assieme e lui ha capito che in A bisogna comportarsi diversamente. Nei primi anni di Verona faceva da parafulmine per tutto, da quando ha una struttura organizzata alle spalle e fa solo l’allenatore le cose sono migliorate. Propone un bel gioco e i gol li fa fare, ora deve aggiustare la fase difensiva e nei primi test ho visto una difesa più alta, compatta e vicina alla metà campo».

IL RETROSCENA – Inevitabilmente si passa a parlare di Luca Toni e Giampaolo Pazzini, su cui ha svelato un retroscena: «Ero al battesimo del figlio di Toni e lì ho incontrato Pazzini. Facciamo una foto tutti assieme e la invio a Mandorlini chiedendogli: chi fai giocare di noi tre? Lui ha risposto: faccio giocare te. E da uno scherzo è nata una cosa seria. Pazzini è stato lanciato da Mandorlini all’Atalanta e con Toni ha un legame fortissimo: chiaro che per la trattativa ha contato molto la volontà di Pazzini di rimettersi in gioco, di tornare protagonista. Lui e Toni possono giocare assieme. Quanti gol mi aspetto? Dagli attaccanti mi aspetto 40-45 gol», ha raccontato Setti, che poi ha ammesso di essere juventino, ma anche di sentirsi veronese a tutti gli effetti e quindi di meditare uno scherzetto ai bianconeri.

PROGETTI E SOGNI – Infine, Setti ha escluso la possibilità di cedere il club, ma si è detto invece aperto a nuove forme di collaborazione per consolidare ed esportare il brand del Verona. Stadio di proprietà o centro sportivo? Il presidente del club veneto vuole migliorare il Bentegodi insieme al Chievo, nel frattempo lavora al centro sportivo. Per il futuro punta, dunque, al modello della Juventus e del Borussia Dortmund. Il sogno, però, è un altro: «La salvezza sarà il nostro scudetto. L’Europa? Meglio stare con i piedi per terra però vorrei regalare un trofeo a Verona. Il mio sogno è vincere la Coppa Italia. Nel tabellone dalla nostra parte c’è la Juve, se però ci sottovaluta, chissà…».