2014
Infografica Dalla 7^ alla 14^: il pagellone finale
I nostri giudizi alle sorpese e delusioni stagionali
Bentornati alla seconda parte del nostro pagellone di fine stagione. Andiamo ad analizzare la straordinaria stagione delle matricole terribli come Hellas Verona e Atalanta che hanno fatto sognare i propri tifosi. Da cancellare invece le annate di Lazio e Milan, partite con i favori pronostici e arrivate con un pugno di mosche in mano.
MILAN 4,5 – Alzi la mano chi, ad inizio stagione, si aspettava il club più titolato al mondo fuori da tutte le competizioni europee? Un evento raro, che si ripete dopo ben quindici anni. Colpa di una gestione tecnica e societaria alquanto discutibile. Allegri non aveva più la fiducia del gruppo e del Presidente Berlusconi e ancora oggi non si riescono a capire i motivi della sua conferma nello scorso luglio. Il Milan ha totalizzato anche il maggior numero di sconfitte in una stagione, ben tredici, collezionate sopratutto nel girone di andata quando si navigava ad un passo dalla zona retrocessione. Una rosa allestita male, sopratutto in difesa dove Mexes e Zapata hanno deluso ampiamente le aspettative. Ma quello che fa specie è la crisi societaria, non tanto per i termini ma per la gestione mediatica: fino a qualche anno fa dl club rossonero sapevi solo quello che era in superificie, i panni sporchi, per intenderci, venivano lavati a casa con la porta chiusa. Adesso tutto viene esternato come se niente fosse, mettendo spesso sulla graticola il neo-tecnico Seedorf, uno voluto in prima persona da Berlusconi e che adesso non vedono l’ora di rimandare in Brasile. Dov’è finito il vecchio stile Milan? Il finale di stagione non è stato da buttare,con la scoperta di Taarabt ma anche il flop Honda, ma è troppo poco.
LAZIO 5 – Contestazione a Lotito, querelle Petkovic e mancata qualificazione all’Europa League. La stagione della Lazio è stata molto deludente e tra i tifosi serpeggia un forte pessimismo anche in previsione futura. Alla squadra biancoceleste manca serenità, ogni anno si presenta un caso e alla lunga questo penalizza la crescita. La cessione di Hernanes a gennaio ha indebolito la squadra nel momento cruciale della stagione e ad aumentare i rimpianti ci sono state le scelte di Kakuta e Postiga, due fallimenti abbastanza fragorosi. A conti fatti il bilancio non può essere sufficiente, il giudzio sale per la valorizzazione di alcuni giovani come Keita e l’esposione definitiva di Lulic, finito nel mirino dei top club italiani.
VERONA 7,5 – Dopo ben undici anni è tornato in serie A, un’assenza che non ha mai fatto scendere l’amore della città nei confronti dei colori gialloblu. Mandorlini è partito da lontano, ha costruito un gruppo forte che ha vinto il campionato di Lega pro prima , la serie B dopo. Un gruppo coeso e sfrontato, valorizzato con un modulo di gioco offensivo. L’Hellas ha il quarto milgiore attacco della serie A con ben 62 gol a fronte però dei 68 subiti. Tanti si ma se si considera il sogno europeo cullato, accarezzato e svanito negli ultimi due turni( non sempre per colpe proprie) allora il bilancio non può che essere ottimo. Menzione particolare per il direttore Sogliano, uno poco avvezzo a parlare con noi giornalisti ma estremamente competente, sopratutto nel mercato sudamericano. Jorginho, Iturbe e Romulo sono stati e probabilmente saranno, almeno nell’ultimo caso, patrimoni tecnici e economici di primo livello, un vero lusso per un realtà come quella di Verona.
ATALANTA 7 – Con Colantuono in panchina e Marino in cabina di regia, la ‘Dea’ è diventata una vera certezza della nostra serie A. Conti in ordine, settore giovanile all’avanguardia dal quale attingere e diversi big del calibro di Denis e Bonaventura sono certezze che hanno permesso agli orobici di navigare a metà classifica con molta tranquillità. L’Atleti Azzurri d’Italia è stato il principale alleato, se si giocasse solo in casa l’Atalanta entrerebbe di diritto in Europa League, avedo il sesto miglior rendimento.L’unico piccolo neo è rappresentato dal caso-Livaja ma è stato comunque gestito con intelligenza, concedendo al bizzoso croato uan seconda chance che ha tristemente fallito.
SAMPDORIA 6,5 – Per giudicare la stagione della formazione blucerchiata è bene distinguere una prima parte molto deficitaria con la gestione Delio Rossi, culminata con l’esonero, e l’arrivo di Mihajlovic che ha letteralmente trasformato una formazione parsa intimorita in una molto coraggiosa. Il tecnico serbo ha portato serenità nell’ambiente, ha vinto la scommessa Okaka, valorizzato Soriano. La Sampdoria si è salvata con largo anticipo e si candida a recitare un ruolo da protagonista nella prossima stagione, con Mihajlovic fresco di rinnovo.
GENOA 6- Anche qui vale il discorso fatto per i ‘cugini’. Se Gasperini avesse iniziato la stagione in sella al Grifone probabilmente saremmo qui a parlare di una formazione che ha ritrovato la giusta dimensione dopo alcune annate al di sotto delle aspettative. Con i se e con i ma non si fa la storia, allora la valutazione dell’annata non può superare la sufficienza perchè l’organico annoverava giocatori importanti come Gilardino, Lodi( almeno inizialmente) e Bertolacci. Piacevoli novità sono il centrale difensivo De Maio, il giovane centrocampista Sturaro e il ‘Messi’ greco Fetfatzidis che ha regalato l’ultima vittoria di presitigio sulla Roma. Tre punti che hanno parzilamente cancellato un finale di stagione senza mordente e molto ‘leggero’.
UDINESE 5,5 – Stessi punti del Genoa per l’Udinese di Guidolin che proprio ieri ha annunciato la sua decisione di lasciare la panchina.Resterà in società con un ruolo diverso, sono stati nove mesi molto difficili dove i friulani non hanno incantanto come nelle passate stagioni. Rosa molto giovane e alcuni protagonisti che hanno reso ben al di sotto delle proprie potenzialità, Muriel in primis. ‘Non sempre le ciambelle escono con il buco’ disse il tecnico nel post-gara del Tardini ma considerando cosa hanno fatto Torino e Verona allora possiamo considerare la compagine friulana come una mezza delusione.