2014
Infografica Sfida al calcio dei ricchi: capolavoro Atletico
La partita economica al cospetto del campo: numeri e miracoli dellAtletico Madrid di Simeone
CHAMPIONS LEAGUE ATLETICO MADRID BARCELLONA – Chi ci avrebbe scommesso una caramella alzi la mano. Ma abbia il coraggio di farlo. I Colchoneros di Diego Simeone, dopo aver momentaneamente messo in riga Barcellona e Real Madrid in Spagna, fanno la voce grossa anche in Europa eliminando la parata di stelle blaugrana dalla Champions League e sancendo definitivamente il vero nuovo fenomeno emergente.
DATI IMPRESSIONANTI – In tempi in cui vanno di moda numeri ed analisi economiche, troppe volte usati a sproposito o senza cognizione di causa, l’Atletico Madrid gioca il ruolo dell’eroe: se Real Madrid e Barcellona possono vantare rispettivamente primo e secondo fatturato calcistico mondiale con 518.9 e 482.6 milioni di euro i biancorossi si fermano ad un modesto 120, tradotto vuol dire che i ricavi dell’Atletico sono pari a meno di un quarto di quelli che riescono a generare le due attuali dirette concorrenti. Il discorso non cambia in termini di monte ingaggi, con i Colchoneros che si fermano ad un totale di 65 milioni e vedono il proprio dato sovrastato da Real Madrid e Barcellona (218, 202). Ma questa è la partita economica, sul campo c’è tutta un’altra sfida da giocare.
QUESTIONE DI ATTRIBUTI – La contesa sportiva non può fermarsi alle risultanze economiche altrimenti campionati e coppe neanche si giocherebbero: basterebbe stilare tali classifiche in estate e farle valere per le competizioni. Fortunatamente così non è: risulta chiaro come chi possa incentrare le proprie velleità su ricavi maggiori abbia poi l’opportunità di pagare i rinomati top player ed edificare una squadra vincente. Chi incassa maggiormente ha più chance di vincere: questa però poi non è una legge e sul campo ci va l’agonismo, la personalità, l’intensità, la qualità ed il talento. E questo Atletico Madrid nel tempo è diventata una creatura perfetta, in grado di abbinare una fase difensiva ermetica alla capacità nel rendersi pericolosa in tanti modi. Il tutto non supportato da una vera e propria stella ma da un coro in cui ognuno deve recitare al massimo la propria parte e lottare per l’obiettivo comune: sfidare il calcio dei ricchi e vincere.
LA NON DIPENDENZA – Qualcuno avrà storto il naso dopo aver letto dell’assenza di stelle: avrà pensato ai vari Diego Costa, Arda Turan o David Villa. No, nulla da fare, non mi convincerete mai. Il primo, classe 1988, finora è stato conosciuto più per aver fatto rifiatare Falcao che altro: ma quando una macchina funziona alla perfezione sa esaltare anche gli eterni comprimari. Il secondo, classe 1987, proviene dal Galatasaray dove fino al 2011 non si era di certo elevato agli onori delle cronache: l’esplosione con la maglia dell’Atletico Madrid in uno scenario che gli permette di esprimere al massimo le sue potenzialità, quelle nuovamente manifestate da un David Villa oramai dato per finito dopo la pesante sequela di infortuni. La dimostrazione arriva proprio dalla notte del Vicente Calderon: Barcellona fuori dalla Champions pur senza l’apporto di Arda Turan e Diego Costa. La verità è unica: Simeone ha valorizzato al massimo giocatori che fino a qualche tempo fa sembravano scarti provenienti da mezza Europa. Tanto da plasmare una realtà che si esprime alla perfezione. Senza contare su una macchina economica schiacciasassi – parametri di fatto identici a quelli del Napoli – ma solo su lavoro e sudore. Chapeau Atletico, chapeau Cholo.