Inter, Baresi: "Voglio vincere. Kakà ? Quello di tre anni fa si" - Calcio News 24
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2009

Inter, Baresi: “Voglio vincere. Kakà ? Quello di tre anni fa si”

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Un pezzo di storia nerazzurra che continua a far parte del presente, vincente, dell’Inter. In esclusiva su Inter Channel, Beppe Baresi in “Prima Serata”, ha risposto alle tantissime domande dei tifosi che Edoardo Caldara e Roberto Scarpini hanno come sempre fedelmente riportato al viceallenatore di Leonardo.

“Sono all’Inter dal 1972, giovani e meno giovani avranno qualcosa da chiedermi”, riflette Baresi sorridendo prima di iniziare un lungo racconto che tocca i temi più diversi. Domande curiose, affatto scontate, anzi alcune fanno pensare, come quella di Mario da Roma: “Se preferirei vincere i prossimi due scudetti e niente altro o una delle coppe dei campioni ma nessun altro trofeo? Io vorrei solo continuare a vincere, perchè ci siamo abituati bene in questi ultimi anni. Quest’anno abbiamo ripreso bene conquistando le due coppe, ora stiamo lottando su altri tre fronti e andiamo avanti partita per partita, cercando di portare a casa il massimo che possiamo. Ma se proprio dovessi fare una scelta, tra tutti, quest’anno vorrei vincere il campionato”.

E’ sempre derby in casa Baresi. Beppe nerazzurro e Franco rossonero, lui che, come spiega il viceallenatore dell’Inter, “qualche settimana fa era più spavaldo, ora è in attesa, ma è ancora fiducioso di poter mantenere un distacco in classifica (ndr.: sorride)”.

Da responsabile del Settore Giovanile dell’Inter a viceallenatore di Josè Mourinho. Rosario da Palermo chiede come è stato l’impatto di Baresi nel passaggio dalla scrivania al campo: “Sicuramente positivo, ma anche prima lavoraro sui campi, ma quelli delle squadre giovanili. Poi, trovarmi poi su quello della serie A con Mourinho è stato esaltante, lavoravo con il numero uno ed è stata una bellissima esperienza di arricchimento”.

Un’esperienza esaltante quella vissuta con Mourinho, ma non solo: “Sicuramente negli ultimi periodi un po’ di stress, inteso come pressione, è arrivato. Con il passare delle giornate, anche lui era alcune volte esagerato e stargli dietro non era facile, soprattutto perchè caratterialmente io e lui non eravamo proprio uguali. Se mi ha cambiato? Si, in certi momenti sì”.

“Gestire un settore giovanile o una grande squadra che lotta per la Champions League racchiude le stesse difficoltà¡ – spiega Baresi – E’ importante la capacità¡ di gestire la squadra, soprattutto quella invisibile, quella cioè fatta dallo staff medico, dai massaggiatori, dai cuochi, da chiunque lavori insieme alla squadra vera e propria”.

E a proposito di giovani, quali sono le nuove promesse nerazzurre? “Abbiamo una buona rosa nella Primavera, con dei ragazzi interessanti ed è così anche per quel che riguarda gli Allievi. Simone Benedetti, Felice Natalino, Cristiano Biraghi, e Denis Alibec, ad esempio, ragazzi che già¡ hanno fatto esperienza in prima squadra, nell’Inter, in una squadra dove non è sicuramente facile sbocciare”.

E si arriva così a parlare di Leonardo e dei metodi offensivi che secondo qualcuno andrebbero messi in pratica a cominciare dalla partita di Udine: “Con Leonardo ci confrontiamo e cercheremo anche questa domenica di mettere in campo una squadra equilibrata per continuare la serie positiva di vittorie. Come sta Milito? Non dovrebbe essere niente di grave”.

Il futuro di Beppe Baresi è solo nerazzurro, così come è il suo sogno: “Spero di essere stato utile all’allenatore e alla squadra in questi anni. Non sono una persona alla quale piace essere sotto i riflettori. Ognuno ha i propri obiettivi, il mio è quello di rimanere il maggior numero possibile di anni all’Inter e vincere con questa squadra. Se mi vedo un giorno primo allenatore nerazzurro? Quello è sempre il sogno, l’obiettivo, nessuno direbbe mai di no”.

E a chi gli fa notare, Antonello da Ostuni, che un paio di mesi fa, Baresi non era così felice come appare adesso, lui risponde: “Innazitutto la felicità¡ arriva con le vittorie e con la buona condizione della squadra e poi, non sembra, ma anche se ci sono solo sette metri di distanza da una panchina all’altra, al ‘Meazza’ fa differenza sedere su una o sull’altra…”.

Alessandro Nista e Luca Castellazzi, volti nuovi della nuova Inter passano sotto la lente d’ingrandimento di Beppe Baresi: “Castellazzi è arrivato in sordina, tranquillo, è stato chiamato a sostituire Julio Cesar e sta dimostrando di essere pronto. Nista ha subito dimostrato di essere molto preparato, ma non si potevano avere molti dubbi considerando il suo passato da allenatore di Gianluigi Buffon. E’ molto meticoloso, arriva due ore prima dell’allenamento per preparare tutto il lavoro e avere tutto sotto controllo”.

Furio da Ascoli tifoso interista dal 1978, chiede a Baresi di spiegare che cosa è realmente cambiato nelle ultime settimane nell’Inter: “Prima di tutto, sono rientrati giocatori importanti prima infortunati. Poi, è arrivato un allenatore umile, che si è messo a disposizione del gruppo, cercando di mettere la squadra a proprio agio nel modo di lavorare, facendo sentire importante ogni singolo protagonista. Così facendo, si è creato un momento di grande intensità¡, alla base del raggiungimento delle vittorie di queste ultime giornate. Credo sia tutto lì, perchè la squadra poi è sempre stata la stessa, quella che con umiltà¡ si è messa a lavorare e sta ottenendo risultati”.

Bandiere nerazzurre, oltre a Baresi, lo sono anche Javier Zanetti e Giuseppe Bergomi. L’attuale viceallenatore nerazzurro conosce bene entrambi e, rispondendo a Giuseppe, spiega che: “Umiltà¡, grande voglia di lavorare giornalmente e serietà¡ sono le caratteristiche comuni a tutti e due i giocatori, al di là¡ delle qualità¡ tecniche”.

Da Tirana, si arriva a parlare di vigili, macchine, motori (“l’Inter è una Ferrari, Credo nella rimonta, stiamo lavorando e punto dopo punto riusciremo ad avvicinarci alla vetta”) e di Rafel Benitez (“un buon allenatore che non è riuscito a creare empatia con l’ambiente e con la squadra, non aiutato dal problema-infortuni. Se avesse dovuto ascoltarmi di più? Lui ascoltava, ma era molto rigido nelle sua metodologia di lavoro e pensiero o forse ha voluto cancellare troppo in fretta quello che era il recente passato nerazzurro”).

Si chiude parlando di calciomercato e della possibile necessità¡ dell’acquisto da parte dell’Inter di un attaccante che faccia salire la squadra nei movimenti offensivi: “Potrebbe essere, ma l’anno scorso abbiamo vinto tutto e la torre non c’era…”. Baresi prenderebbe Ricardo Kakà¡? “Si, quello di tre anni fa sì”.

Fonte | Inter.it