2014
Inter, Kovacic: «Ci serve Dzeko. Futuro? Qui sto bene. Mazzarri…»
Le parole del regista croato tra bilanci, ambizioni e futuro.
CALCIOMERCATO INTER KOVACIC – Reduce da due partite di fila da titolare, Mateo Kovacic non si lascia travolgere certo dall’entusiasmo, consapevole di una stagione con più scuri che chiari: «Se gioco dall’inizio non devo strafare come capita quando entro dalla panchina. Ora che ho la maglia, non la mollo più. Stiamo facendo meno bene in casa? Non è facile capire il perché. Credo ci sia una somma di fattori. Forse in casa sentiamo di più la pressione, poi in alcune occasioni siamo stati sfortunati. Senza dimenticare che qui in Italia le squadre si chiudono tanto. Non rendiamo per quello che potremmo, fatichiamo a portare palla, troppo spesso la lanciamo subito agli attaccanti. Contro il Napoli dobbiamo ripartire anche sul piano del gioco», ha dichiarato il centrocampista dell’Inter ai microfoni del “Corriere dello Sport”.
SFIDE E EUROPA – Kovacic ha parlato della prossima sfida di campionato e della corsa verso l’Europa League: «Di Napoli e del Napoli mi piacciono tante cose. A cominciare dall’atmosfera del San Paolo. La squadra è fortissima davanti, anche se in difesa spesso concede qualcosa. E noi abbiamo dimostrato di rendere di più contro le grandi. Milan? Sono in forma, hanno infilato cinque vittorie consecutive. Ma sappiamo come batterli. È già successo all’andata… Nessuno parla del Parma? E non capisco perché, visto che la squadra di Donadoni gioca un ottimo calcio. Migliore di quello del Milan. Inutile guardarsi indietro, ma di certo abbiamo sprecato tante occasioni».
CONSIGLI E IMPEGNO – Poi il regista croato ha mandato qualche consiglio di mercato alla società nerazzurra prima di analizzare la sua stagione: «Come si riduce il gap? Prendendo un top player. Chi scelgo tra Dzeko, Morata e Torres? Dzeko. Fortissimo tecnicamente, fa gol e aiuta la squadra difendendo il pallone alla grande. Chi toglierei al Napoli? Là davanti mi piacciono tutti. Ma la sorpresa è Mertens. Giocatore completo, ha un grande tiro e vede bene la porta. Tasto dolente per me? Questo benedetto primo gol con la maglia dell’Inter mi manca, inutile negarlo. Ma non deve diventare un’ossessione. Sto lavorando molto su questo aspetto, faccio degli allenamenti specifici con Beppe Baresi. Di quanto sono costato mi interessa poco, penso soltanto a dare il meglio in campo. Quello stupido infortunio invece ha cambiato tante cose. Per Mazzarri ero un titolare, ma essere stato fermo a lungo proprio quando c’era da assimilare le sue idee tattiche ha cambiato tutto. Perché sono tornato titolare? Semplicemente perché ho lavorato duro, aspettando la mia occasione. Ho fatto alcuni allenamenti anche nei giorni di riposo perché se non giochi una partita vera la condizione rischia di calare».
L’ALLENATORE – A proposito del rapporto con Walter Mazzarri, invece, Kovacic ha spiegato: «Problemi? No. È chiaro che quando stai in panchina non puoi essere felicissimo, ma lui voleva che lavorassi sulla fase di non possesso e sul mio posizionamento in campo. In Croazia non mi hanno mai insegnato certe cose. Con Mazzarri abbiamo avuto dei colloqui ogni 20 giorni. Che mi ha detto dopo Sampdoria-Inter? Che era soddisfatto di come avevo gestito il pallone, ma che c’è ancora da migliorare sulle cose che dicevo prima. Prima della Samp mi aveva detto che toccava a me e che se facevo bene non sarei più uscito. Che cosa mi chiede ora? Di fare l’interno sinistro quando la palla ce l’hanno i nostri avversari e di trovare la posizione un po’ più avanzata quando attacchiamo, in modo da potermi girare e puntare avversario e porta. Il problema è che in Italia ci sono sempre pochi spazi e che… Spesso devo arretrare per prendermi il pallone perché la manovra non è fluida e tendiamo a nasconderci quando si tratta di impostare l’azione. Ma siamo giocatori dell’Inter e dobbiamo cambiare questo atteggiamento».
FUTURO E CRITICA – Infine, Kovacic parla delle voci di mercato sul suo futuro e dell’ultima bravata del connazionale Livaja: «Sto benissimo qui, penso solo alle ultime 4 gare e al Mondiale. Livaja? Marko è un bravo ragazzo oltre che un grande attaccante. Ma spesso non pensa a quello che fa».