2013
Inter, Milito: «Sogno il rientro contro la Juventus»
Il Principe nerazzurro ha parlato del duro lavoro per tornare e della prossima stagione.
INTER MILITO – Tornato a far gol, seppur solo in allenamento per ora, Diego Milito vede finalmente il traguardo e la possibilità di accantonare finalmente quella notte di Inter-Cluj, quando con un urlo di dolore si toccò il ginocchio sinistro. «Prima non avevo mai avuto infortuni gravi e sempre muscolari: non c’è paragone con quel dolore. Venivo da un mese di stop per un colpo dietro il ginocchio, prima di Natale contro il Genoa. Il fastidio era al crociato posteriore, che non ha avuto problemi: mi sono rotto il crociato anteriore, che era sano. Come mi hanno detto i medici: “Diego, doveva succedere”. Nessuno può salvare una squadra da solo. Il fatto è che sono mancato da febbraio, cioè per un sacco di tempo, e poi mica solo io: l’infortunio di Zanetti è stata la foto finale. Da fuori si soffre troppo, e voler dare una mano senza poterlo fare è una sensazione che ti prende allo stomaco, se non ai nervi», ha raccontato l’attaccante dell’Inter ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”, dove ha parlato anche del suo ritorno in campo: «Ne parlo spesso con i dottori, ma non abbiamo segnato una data sul calendario. Vado avanti giorno per giorno: siamo sulla buona strada, diciamo alla fase della rifinitura, ma con il dovere di non rischiare nulla. Per rientrare devo stare non bene ma benissimo, non vale la pena bruciare le tappe: a questi livelli nessuno ti regala nulla. E a me manca ancora qualcosa: il ritmo, il giocare una partitella “tosta”. Sono più avanti del previsto? Non c’era nulla di previsto, se non le reazioni ideali del ginocchio: ed è vero che il ginocchio non si è mai gonfiato, non ha mai fatto passi indietro rispetto a quello che si sperava. Il primo sogno forse fu esserci per l’inizio del campionato, ma oggi sinceramente non so se potermi sbilanciare. Certo, a metà settembre a San Siro c’è una certa partita (Inter-Juventus)… Preferisco non illudermi, però magari la sosta mi dà una mano e ce la faccio».
Nel frattempo l’Inter dovrà affidarsi ai nuovi e giovani Icardi e Belfodil: «Il futuro dell’Inter. Ma hanno vent’anni, devono crescere. E se si può crescere piano piano, si cresce anche meglio. A me piace l’idea di aiutare due giovani: l’Inter non è una squadra come le altre, è pericolo so caricarli di troppe responsabilità. Se ho una virtù, credo sia quella di sapermi adattare alle necessità della squadra e dell’allenatore: non è un caso che nella mia carriera abbia giocato con cento moduli offensivi. Obiettivo terzo posto? So che quello che è successo va cancellato. E arrivare fra le prime tre dobbiamo vederlo come un obbligo».