Italia Austria, la vittoria sporca che ci serviva per avere Fede
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Editoriale

Italia Austria, la vittoria “sporca” che ci serviva per avere Fede

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italia austria chiesa

Italia Austria è stata la partita della paura e della sofferenza per gli Azzurri: ma è una vittoria “sporca” che lascia segnali positivi

Che fatica questa Italia Austria, non esattamente la partita che avevamo ipotizzato negli ultimi giorni. Che fosse dura e scorbutica si poteva immaginare, che diventasse la serata della paura e della infinita sofferenza no, questo davvero no.

Merito dei ragazzi di Franco Foda, aggressivi e organizzati nel soffocare costantemente con la loro intensità la manovra azzurra. E merito anche del VAR, diciamocelo, che da ieri sera avrà certamente eliminato più di qualche detrattore grazie all’annullamento del gol che ha rispedito in gola le urla e i gesti di scherno di quel pazzerello di Arnautovic.

Non è stata però la solita Nazionale, in costante difficoltà dopo un avvio che tutto sommato poteva sembrare promettente. Alla rasoiata di Barella e all’incrocio scheggiato da Immobile, però, nulla di buono è seguito in un secondo tempo di involuzione quasi inspiegabile per una squadra che non perde da 31 gare e aveva sin qui sempre mostrato identità chiara e convincente.

Consapevolezze svanite in lunghissimi minuti che hanno messo alle corde la resistenza dei tifosi italiani, attoniti di fronte ai disagi del tridente titolare e agli imbarazzi in fase difensiva. Difficile salvare uno tra Insigne, Immobile e Berardi, così come lo stesso Verratti ha inciso poco nulla.

Ma per fortuna il lieto fine è arrivato, in fondo bastava avere Fede. Il capolavoro griffato Chiesa ha scacciato le paure conquistando un posto al sole nelle pagelle di Italia Austria e lanciando la volata verso i quarti di finale, suggellata poi da Pessina.

Ecco, a proposito di fede, gli Europei si vincono anche così. Sbuffando e soffrendo, rischiando l’eliminazione e infine tirando un sospirone di sollievo. Una vittoria “sporca” che ci servirà per mantenere altissimi i livelli di concentrazione e umiltà, seduti in poltrona in attesa di Belgio-Portogallo.