2013
Juve, Conte e le insidie del terzo anno: rischi e soluzioni
Tra assalto internazionale e concorrenza interna: la terza stagione della gestione Conte dopo due successi
La premessa è chiara: l’amichevole persa dalla Juventus contro i Galaxy con il risultato di 3-1 va presa per quella che è, appunto una partita d’allenamento priva di valore specifico e dunque finalizzata alla ricerca della condizione ottimale in vista del complesso inizio di stagione. Il calcio d’estate non può essere foriero di bilanci altrimenti siamo tutti davvero alla frutta.
CONTE E IL CAMPANELLO D’ALLARME – Detto ciò, e senza premetterlo nuovamente o ricordarlo nello svolgimento dell’analisi, Antonio Conte ha lasciato suonare l’allarme dopo un’ulteriore amichevole infelice: il rischio non è quello di assistere a prestazioni inferiori sotto il profilo strettamente tecnico, quanto invece di trovarsi di fronte ad un gruppo appagato dai successi delle ultime due stagioni e di conseguenza meno determinato nell’aggredire sportivamente l’avversario. Di fatto allontanandosi da uno dei principali diktat del tecnico pugliese che hanno fatto grande una squadra proveniente da due settimi posti. Perentorio il virgolettato di Conte nel post Galaxy-Juventus: “Occorre più fame, non riusciamo a vincere una partita da quando abbiamo ripreso l’attività e c’è bisogno di più determinazione. Ha ragione Buffon ad aver paura di un possibile appagamento dopo due campionati vinti”.
IL RISCHIO DEL TERZO ANNO – Ed in effetti, a volerla analizzare dal punto di vista esclusivamente psicologico, il rischio è dietro l’angolo: dopo il primo campionato vinto la voglia di riconfermarsi e di dimostrare al mondo che non si è trattato di un caso resta al punto massimo in un gruppo di calciatori ed in generale di sportivi. Dopo la riconferma invece può scattare nell’inconscio quella sensazione di aver già dato: siamo i più forti e non dobbiamo dimostrarlo ancora, possiamo vincere quando decidiamo di farlo. E’ il boomerang del terzo anno: quello che riescono a gestire i più grandi, il bivio invece dove può perdersi chi ha creduto di essere grande ed invece non lo è del tutto. A maggior ragione poi quando il gruppo è di fatto confermato in blocco e la squadra è composta dagli stessi interpreti del doppio successo e dalle migliorie che la dirigenza ha saputo individuare in relazione ai bisogni della squadra.
LE SOLUZIONI – Innanzitutto un nome: Antonio Conte. Il tecnico pugliese, oltre ad essere un’ottima guida sotto il profilo tattico e dunque ideatore di una proposta di gioco vincente, si è rivelato eccellente in termini di motivazioni. Il gruppo bianconero ha carattere e personalità ed è proprio sulla fame di vittoria che ha costruito il suo rilancio ad altissimi livelli. E’ vero, la concentrazione può calare nell’inconscio dopo due anni di successi, ma Conte sarà abile ad elevare la tensione quando le partite avranno valore. La seconda chiave di lettura che può deporre in favore della causa bianconera è l’assalto internazionale alla Champions League: la Juventus nella prossima stagione ha intenzione di provarci con più ardore e cognizione di causa rispetto al già discreto tentativo dell’ultima edizione. E sa che, per mantenere alto il livello generale, non può lasciare nulla intentato. Non può mollare nulla: le vittorie chiamano vittorie ed una buona riuscita europea passa anche per la terza affermazione sul panorama nazionale. Se poi la Juventus riuscirà o meno a gestire il doppio impegno sarà anche una questione dovuta alle dirette concorrenti: che in Italia si stanno attrezzando, con più convinzione rispetto al recente passato, per scalzare la vecchia signora.