Juventus Campione: il pagellone di un’annata da record - Calcio News 24
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2014

Juventus Campione: il pagellone di un’annata da record

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Tutti i voti alla stagione del ciclone Juventus

SERIE A JUVENTUS SCUDETTO – I bianconeri vincono con indubitabile merito il terzo scudetto consecutivo della gestione Conte, dove non erano riuscite le Juventus di Lippi e Trapattoni: nel mirino la fatidica quota 100, ma basta superare 97 per segnare il record della Serie A con la riformulazione della vittoria a tre punti. Una cavalcata dunque che passa dagli uomini che l’hanno vissuta: ecco i voti ad una stagione in cui è mancata soltanto l’affermazione internazionale per definirsi perfetta.

BUFFON 7.5 – Decisivo nelle (poche) fasi in cui la Juventus ha tirato il fiato: la migliore risposta a chi ha dubitato del suo valore per raggiunti limiti d’età. Gigi c’è ed è una chiave del successo.

STORARI E RUBINHO s.v. – Non giudicabili.

BARZAGLI 6.5 – Ventiquattro presenze raccontano di qualche acciacco fisico di troppo: per un difensore, venuta meno la continuità, ne risente inevitabilmente il rendimento.

BONUCCI 7 – Per la crescita costante in fase di marcatura e per la personalità: il buon Leonardo lavora da leader della fase difensiva ed ha coraggio e qualità per sostituirsi a Pirlo (quando asfissiato dalla marcatura avversaria) in fase di costruzione della manovra in prima battuta. Il risultato non sarà identico, ma trovatelo in giro un centrale così completo. Ce ne sono eh, ma quanto costano..

CHIELLINI 8 – Una furia. La vera colonna portante della retroguardia bianconera: con Chiellini è una cosa, senza un’altra. Strapotere fisico, recuperi mostruosi, toppe ovunque quando i compagni sbagliano. Che piaccia o meno è insindacabilmente tra i migliori difensori al mondo.

CACERES 7 – Pronto, reattivo. Se qualcuno abbia avuto dubbi la risposta del centrale uruguagio è chiara: 30 presenze stagionali ad oggi senza che la Juventus risentisse affatto in termini di rendimento complessivo. Riserva di lusso.

OGBONNA 5.5 – Così e così: ecco, se con Caceres la difesa bianconera non muta affatto vestito non può essere ancora applicato analogo ragionamento per l’ex centrale granata. Pagato fior di milioni.

PELUSO 6 – Qualche comparsa qua e là, uomo fidato di Conte.

LICHTSTEINER 7 – Difficile trovare un esterno del genere in giro: gli contestano di avere un piede poco educato ma gli assist stagionali sono otto, corre per tre e nel modulo di Conte – provateci voi – è un’impresa farsi trovare sempre presente in fase difensiva e di spinta. Certezza.

ISLA 6 – Partenza choc: di fatto passato all’Inter, poi non se ne è fatto più nulla e questo tran tran non lo ha di certo favorito. Cresciuto nella fase finale di una stagione in cui Conte, non casualmente, lo ha spesso chiamato in causa.

POGBA 8 – L’anno della conferma: o meglio dell’esplosione se guardiamo ai numeri, gol ed assist a raffica per un centrocampista totale classe ’93. A pensare ai margini di crescita viene quasi da ridere: fenomeno.

PIRLO 8.5 – Mentre scrivo il giudizio mi alzo in piedi per manifesta regalità: c’è chi può e chi non può, racconta un vecchio detto. Classe immortale, aprire il dizionario e cercare alla voce leader.

VIDAL 8 – Una sorta di tsunami che si abbatte con costanza sui malcapitati avversari: il migliore in Champions League, dove proprio lui non avrebbe meritato quella cocente eliminazione che toglie un voto allo straripante cammino interno di tutta la Juventus. E quanto è mancato il miglior Vidal nella fase conclusiva dell’Europa League.. Il centrocampo bianconero è la chiave insindacabile di un equilibrio generale che permette di subire pochissimo.

MARCHISIO 7 – Per lo stile con il quale ha accettato il ruolo di comprimario: tappabuchi del centrocampo – ah, lo vorremmo tutti come quarta scelta – si è messo a fare anche il vice Pirlo. Con risultati sorprendenti.

ASAMOAH 7 – Ci si dimentica spesso che con Conte giochi stabilmente in un ruolo che non è propriamente il suo: definito oramai il percorso di adattamento, il buon Kwadwo si è tramutato un credibile esterno.

PADOIN 6 – Spiccioli di partite, altra pedina di fiducia di Conte.

PEPE s.v. – Calvario senza fine.

TEVEZ 8.5 – Mezzo voto in meno perché un gol al ritorno con il Benfica ce lo si poteva aspettare. E’ con Pirlo il migliore della Juventus formato 2013-14 perché ora sono bravi tutti a tesserne le lodi, ma siamo certi che fosse lo stesso a bocce ferme? Più di un dubbio – anche e soprattutto in termini caratteriali – ad inizio stagione, l’Apache ha rigato dritto e si è rivelato un ciclone. Acquisto super.

LLORENTE 7 – Definito il colpo low cost dell’estate bianconera, parametro zero ed ingaggio da top player: nell’analisi costi-benefici il parere non può che risultare positivo. Ha segnato e si è messo in luce per buona tecnica di base. Ecco, per una Juventus che punta all’affermazione internazionale magari serve qualcosa in più.

VUCINIC 5 – Il percorso alla Juventus è finito e lo sanno entrambe le parti.

QUAGLIARELLA 5 – Come sopra, travolto dall’onda Tevez-Llorente.

OSVALDO 5 – Non ha sfruttato l’occasione di una vita: quando chiamato in causa ha steccato realizzando due soli reti al Trabzonspor. Ha vissuto l’esperienza bianconera nell’incubo del fuorigioco – quante esultanze strozzate in gola? – ed a meno di clamorosi epiloghi farà ritorno al Southampton. Dove è tutt’altro che amato.

GIOVINCO 6 – Perché delle quattro alternative offensive a disposizione del tecnico bianconero è quello che ha salvato la faccia: discreto finale di stagione a premio di un lavoro non agevolato dalle continue critiche ricevute dall’ambiente. Ad ogni modo ha fallito l’approccio in una squadra top.

CONTE 9 – Perché la Juventus, nonostante sia una squadra fortissima, vale più della somma delle sue parti. Un uomo al comando, capitano indiscusso della nave. Basta pensare ad esempio all’inserimento di un carattere decisamente fumantino come quello di Carlos Tevez: mai una virgola fuori posto alla Juve. Per il 10 manca l’affermazione internazionale ed è noto, con tanto sudore e lavoro si può arrivare al 9 (ed è già un’impresa, ci riescono in pochissimi) ma il miracolo è passare dal 9 al 10. Ah, il buon Antonio non sa perdere. Ma questa è storia nota: un difetto di fabbrica perdonabile.

SOCIETA’ – Senza quantificare il giudizio, il valore dell’operato non può che essere positivo: eccezionale il colpo Tevez, buona intuizione quella di Llorente, meno felice il pesante investimento su Ogbonna in una campagna acquisti di fatto parzialmente finanziata con le ottime operazioni in uscita legate alle cessioni di Giaccherini e Matri. Su alcune discusse esternazioni poi il giudizio lo lasciamo a voi: in questa sede si valuta il lavoro e l’ultimo triennio è solare.