2015
Ma quale patto di non belligeranza, è il mercato
Geoffrey Kondogbia, vicino alla firma con il Milan, passa dal Monaco allInter per 35 milioni più 3 di bonus: lanalisi
Clamoroso, se volete: Geoffrey Kondogbia, ad un passo dalla firma con il Milan, si trasferisce dal Monaco all’Inter per 35 milioni di base fissa e circa tre di importo variabile in base a rendimento del calciatore e risultati finali del club. E’ il secondo colpo più caro nella storia dell’Inter dopo quello che portò Christian Vieri per 45 milioni dalla Lazio ai colori nerazzurri.
PATTO GALLIANI-AUSILIO – Sulla falsariga dei famosi trattati della storia mondiale: si combatteva ad armi più o meno pari per poi, alle volte, giungere ad accordi di tregua. Di non belligeranza, lì dove si trovavano i presupposti per interrompere o rimandare i combattimenti tra Stati: rivisitato nella società e nell’economia moderna vanno rinominati come patti di non concorrenza, dalle guerre tra Stati – ancora esistenti, s’intende – a quelle tra imprese disposte a tutto pur di accaparrarsi fette importanti di mercato. Il contenuto del patto Galliani – Ausilio di qualche giorno fa, quello trapelato, racconta di una promessa di non prestarsi a manovre di disturbo: tradotto, nessuna interferenza tra Milan ed Inter se il calciatore in questione non interessa davvero ad una della due società, con il palese obiettivo di non concedersi al gioco al rialzo dei più improvvisati operatori di mercato.
COME CAMBIA L’INTER CON KONDOGBIA – Il buon Geoffrey però, evidentemente, faceva gola ad entrambe le milanesi: fino a qualche ora fa dato in direzione Milan, come anticipato lo ha invece acquistato l’Inter che si è cosi garantita le prestazioni di uno dei centrocampisti più interessanti del panorama mondiale. Classe ’93 e dunque impressionanti margini di crescita, l’anno in Champions League con il Monaco, gli esordi con la sua Francia e l’importante trafila nelle nazionali minori (campione del mondo under 20 con Pogba nel 2013 in Turchia, due gol nella manifestazione) rendono Kondogbia già un calciatore di buona esperienza internazionale: il resto lo fa un fisico statuario, doti atletiche fuori dal comune e quella dominanza in mediana tanto richiesta da Mancini. Che trova così lo Yaya Touré richiesto: sarà Kondogbia il leader del centrocampo e l’Inter cambia in termini di equilibrio complessivo, pone un alfiere a protezione della linea difensiva ed arricchisce il cuore della squadra di un playmaker completo.
CHI ESCE – Se guardiamo al minutaggio nella passata stagione, al valore potenziale di mercato ed al gradimento, palesemente o meno, espresso da Roberto Mancini l’indiziato numero uno è Mateo Kovacic: talento meraviglioso e discontinuo (ma puoi trovare continuità soltanto giocando sempre), l’allenatore non lo ama o meglio non riesce ad innamorarsene e la sua cessione assicurerebbe fondi importanti per compensare le uscite e procedere alla delicata ricostruzione dell’Inter. I tifosi nerazzurri fanno invece quadrato intorno al croato e, se qualcuno dovrà salutare, spingono per Guarin in nome di quel passaggio alla Juventus poi vanificato soltanto all’ultimo istante. Perché ad oggi, con l’operazione Imbula peraltro sullo sfondo e con l’assenza dalle competizioni europee, non c’è posto per tutti: Kondogbia il regista ed uno tra Hernanes e Shaqiri il trequartista, restano due posti da assegnare ai vari Medel, Brozovic, Guarin, Kovacic ed eventualmente Giannelli Imbula. Affollamento interessante e pericoloso: la sensazione è quella che, qualora dovesse entrare anche il centrocampista dell’Olympique Marsiglia o un altro profilo (Thiago Motta il nome caldo), la bocciatura per Kovacic sarebbe definitiva. E Mancini avrebbe segnato il primo vero atto rivoluzionario nella sua era 2.0 alla guida dell’Inter.