L'insostenibile leggerezza dell'esonero - Calcio News 24
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2014

L’insostenibile leggerezza dell’esonero

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Kundera non c’entra, il Milan sì: come Lazio, Cagliari, Sassuolo, Catania, Livorno e tante altre

SERIE A ESONERI – Presidenti e allenatori, un connubio chiaroscuro dalla notte dei tempi. Intesa e fiducia che spesso vanno di pari passo coi risultati, pronti a invertire la rotta alle prime avvisaglie di passi falsi e nubifragi. Spesso si ricorre all’esonero, sublimazione della nobile arte del cambiamento. Un tango della gelosia che non può non avere proseliti anche in Serie A, dove il fardello domenicale del risultato lascia spazio ad ampi margini di manovra per le riflessioni presidenziali. Sempre più tesi ad un bisogno di cambiare guida tecnica quando la stagione non prende il verso giusto, per imprimere la tanto sperata svolta di risultati.

TANGO DELLA GELOSIA – Il campionato 2013-2014 non fa eccezione al largo computo degli score di allenatori esonerati negli ultimi anni. Ultimi in ordine cronologico i cambi di panchina tra le formazioni isolane. A Catania per la seconda volta in pochi mesi Rolando Maran ha salutato il pubblico etneo, sostituito in corsa da Pellegrino per una rimonta quasi impossibile. In Sardegna, invece, nuovo avvicendamento tra Lopez e Pulga, con l’esonero del tecnico uruguaiano. Due esoneri che rappresentano la sola punta dell’iceberg di una tendenza, o mentalità, sempre più presente nei massimi palcoscenici calcistici del Belpaese. Ben 14 fin qui i cambi di panchina in Serie A per la bellezza di 32 partite disputate.  Già eguagliati nel computo dei record i 14 cambi di panchina del 2012-13 e del 2010-11, ancora lontano il precedente dei 16 esoneri nel 2011-2012. Una tendenza, tuttavia, confermata anche in cadetteria, visto che fin qui ci sono stati ben 21 cambi di panchina in Serie B.

CODA – Decisioni che spesso si riflettono anche nella posizione rivestita in classifica. Il Catania fanalino di coda, infatti, si appresta per la quarta volta a cambiare allenatore in stagione. Dopo i punti record dello scorso anno, invece, l’inizio balbettante di Maran convinse Pulvirenti a sostituirlo il 2 ottobre con De Canio, poi esonerato due mesi dopo per lo stesso Maran, fino ad arrivare a domenica scorsa. Anche il Livorno aveva iniziato la stagione con il tecnico dello scorso anno, quel Davide Nicola artefice del ritorno in Serie A dei toscani, esonerato dopo la pausa natalizia da Spinelli: per un giorno sederà in panchina il dt Perotti, fino all’ufficialità del ritorno di Domenico Di Carlo. Anche Eusebio Di Francesco, in casa Sassuolo, era stato il totem della promozione in A della società nero-verde: a fine gennaio, però, dopo un girone d’andata di alti e bassi, ecco virare su Alberto Malesani, che il 3 marzo verrà nuovamente sostituito da Di Francesco. 

TESTA – Tempo di cambiamenti in corsa, però, anche tra alcune big del campionato. E’ accaduto in casa Lazio ma anche a Milano, sponda rossonera. Dopo un tira e molla lungo settimane in casa biancoceleste, si concluse il rapporto lavorativo tra la società capitolina e l’allenatore Vladimir Petkovic, che pochi mesi prima aveva conquistato la Coppa Italia in un derby in finale con la Roma: al suo posto tornerà il friulano Edy Reja. Cambiamenti in panchina anche a Milano dopo tre stagioni e mezzo alla guida dei rossoneri: Massimiliano Allegri saluterà il Milan per far spazio a Clarence Seedorf,l’uomo simbolo del nuovo corso meneghino. 

CHANGES – A Genova, invece, è durata poche settimane l’avventura di Fabio Liverani in sella al Genoa da inizio stagione, richiamato il 29 settembre per il ritorno di Gasperini che da quel momento in poi darà nuova linfa alla squadra rossoblù. Ma è stato tempo di avvicendamenti anche in casa Sampdoria, con l’arrivo in panchina di Sinisa Mihajlovic, con un passato in blucerchiato, a sostituire Delio Rossi. Tornando in zona salvezza, infine, le altre due formazioni coinvolte, Bologna e Chievo Verona, registrano un cambio ciascuno: Eugenio Corini per i gialloblù ha preso il posto di Sannino a novembre, mentre Davide Ballardini ha raccolto l’eredità di Stefano Pioli ad inizio gennaio. Tirando le somme, 10 club su 20, uno su due, hanno cambiato allenatore in corsa durante la stagione. Chi avrà ragione?