Leonardo: «Milan, non è vero che Maldini non sappia lavorare in team»
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Leonardo: «Milan, non è vero che Maldini non sappia lavorare in team»

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Le parole di Leonardo, ex dirigente ed allenatore del Milan sulla separazione del club rossonero da Paolo Maldini

Nel 2019 Leonardo era il direttore dell’area tecnica del Milan prima del suo passaggio al Psg. Oggi sul Corriere della Sera parla del terremoto in casa rossonera, con la fine dell’esperienza di Paolo Maldini, partendo da un concetto molto chiaro: «Parlo con rispetto perché il Milan durante tutta la mia carriera mi ha dato più di quanto io abbia potuto dare al club».

SCARONI: “MALDINI LAVORA DA SOLO”«É assurdo affermare che non sappia operare in team. Lo ha fatto per tutta la vita con umiltà, anche con me quando in una situazione normale avrei dovuto essere io il suo secondo. Piuttosto c’è un altro aspetto. Come me all’epoca, non aveva il potere di firma. Non è che si svegliava la mattina e comprava un giocatore in autonomia. Gli acquisti sono sempre stati il frutto di una decisione congiunta. Su alcuni talenti emergenti, che avevamo segnalato, era stato posto il veto».
SI DOVEVA INFORMARE I GIOCATORI«Si sottovaluta quanto sia determinante nella crescita di un giocatore, come ad esempio Leao o Tonali, il rapporto personale e quotidiano. Le reazioni sui social ne sono una prova. É ovvio che i calciatori siano disorientati e si chiedano: «se hanno fatto questo a Paolo Maldini, cosa faranno con me”?».
I FLOP DEL MERCATO 2018«Intanto furono acquisti decisi collegialmente. Caldara era il difensore più promettente in circolazione prima che si infortunasse. Higuain fu il frutto di uno scambio con Bonucci. Il Milan ha recuperato tutti i soldi investiti in Paquetà. É stato titolare del Brasile e campione nella finale di Conference League. Non può essere considerato un flop un giocatore che arriva in Premier per 60 milioni. Piatek, allora capocannoniere, è stato comprato e rivenduto alla stessa cifra».
MESSI LASCIA IL PSG«Mi spiace tanto per quel che è successo. É una persona straordinaria e un campione degno di entrare nell’Olimpo del calcio con Pelé e Maradona. Ha compiuto una scelta di vita che gli consentirà di conciliare al meglio la famiglia e il lavoro. Se vai in guerra, con Leo non rischi di morire da solo. Con altri sì».

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