Serie A
Marcheschi (FdI): «Il calcio non può crollare, ecco cosa abbiamo detto alla Figc. Gli sponsor e le scommesse: si sono già persi troppi soldi con i divieti»
Le parole di Paolo Marcheschi, senatore di Fratelli d’Italia, sulla possibile reintroduzione degli sponsor di scommesse nel calcio
Paolo Marcheschi, senatore di Fratelli d’Italia, è il relatore dell’atto di indirizzo su come riformare il calcio e la Serie A, approvato mercoledì alla Commissione Cultura e Sport del Senato. Su La Gazzetta dello Sport c’è una sua intervista. Ecco alcuni estratti.
SENZA LO SPONSOR DELLE SCOMMESSE IL CALCIO HA PERSO 100 MILIONI A STAGIONE – «Vero. In Commissione, durante i mesi di audizioni con tutti gli addetti ai lavori, è emerso più volte come questo provvedimento abbia svantaggiato il nostro campionato rispetto a quelli stranieri, dove le sponsorizzazioni del betting sono lecite e danno entrate importanti. Si è creato uno squilibrio dannoso a un settore centrale per il nostro Paese, che ha un impatto sul Pil superiore agli 11 miliardi l’anno, a causa di una legge che purtroppo, e sottolineo purtroppo perché tutti vorremmo aver già risolto il dramma della ludopatia, non ha portato a nulla. Restando alle scommesse, abbiamo chiesto al Governo di valutare che almeno 1% dei ricavi dell’agenzie di betting – a cui evidentemente nessuno è asservito –vada agli organizzatori degli eventi su cui si scommette. Quando il Totocalcio funzionava, una parte dei soldi raccolti andava tramite il Coni al calcio e nessuno diceva nulla: in pratica stiamo restituendo al settore qualcosa che già aveva. Insomma sono misure che trovano risorse aggiuntive, dalle società di calcio e dai concessionari di scommesse sportive, per il contrasto alle scommesse illegali e alla ludopatia».
SUGGERIMENTI ALLA FIGC – «Da quel che abbiamo raccolto ci sembra necessario andare verso l’autonomia della giustizia sportiva e l’indipendenza degli arbitri, cose richieste da più voci. Come detto qui è la Federazione a dover agire nella sua autonomia, però riteniamo che un cambiamento sia più che opportuno. Tornando agli interventi politici, occorre rivedere la Legge Melandri, mantenendo il principio di mutualità e gratificando maggiormente chi fa giocare i giovani in prima squadra e chi porta bilanci in regola. A proposito, chiediamo anche una maggiore severità nei controlli per le licenze nazionali e in quelli sulle partecipazioni societarie, per evitare che accadano cose come quelle che stiamo vedendo in Serie C. E poi sanzioni più pesanti per combattere la pirateria, che toglie altri soldi al pallone. Insomma, noi abbiamo raccolto il grido di allarme del calcio, un settore che non possiamo permetterci di veder crollare. Adesso, forte anche del trasversale appoggio parlamentare, tocca al Governo mettere tutto nero su bianco. Noi controlleremo tra circa un anno l’andamento, sperando di vedere già i primi segnali».