Nasce il giornalista Giovanni Arpino - 27 gennaio 1927 - VIDEO
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Nasce il giornalista Giovanni Arpino – 27 gennaio 1927 – VIDEO

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Il 27 gennaio 1927 nasce a Pola Giovanni Arpino, scrittore e giornalista molto vicino al mondo del calcio

Il 27 gennaio 1927 nasce a Pola Giovanni Arpino, scrittore e giornalista italiano che tra il 1969 e il 1979 ha lavorato presso il quotidiano torinese La Stampa. Arpino si stabilisce in giovane età prima a Bra e quindi a Torino, dove rimarrà fino al 1987, anno della sua scomparsa. Laureatosi in Lettere presso l’Università degli Studi di Torino nel 1951, esordisce nella letteratura con il romanzo Sei stato felice, Giovanni, pubblicato da Einaudi.

Germania 1974

Grande appassionato di calcio, seguirà per conto de La Stampa le avventure dell’Italia ai Mondiali di Germania 1974 e Argentina 1978, raccontando le gesta degli azzurri. Nella grande manifestazione tedesca l’Italia si presenta tra le favorite con Brasile e Olanda in un clima estremamente teso, dove vengono adottate ferree misure di sicurezza. L’esperienza di Giovanni Arpino e dei giocatori, tuttavia sarà di durata molto breve, con l’eliminazione ai gironi targata Polonia e Argentina.

Argentina 1978

Ben diversa sarà l’avventura in Argentina di quattro anni dopo, dove l’Italia riuscirà a conquistare l’accesso alla finalina per il terzo posto, in cui verrà sconfitta 2-1 dal Brasile. Un anno prima del mondiale sudamericano Giovanni Arpino pubblicherà quello che forse rimane uno dei suoi romanzi più importanti, Azzurro tenebra, interamente ispirato alla sua esperienza come giornalista al precedente mondiale tedesco.

Azzurro tenebra

Secondo Dino Zoff, all’epoca portiere della Nazionale e noto all’interno dell’opera con il nome di San Dino, Giovanni Arpino non si è inventato nulla, tanto è stato veritiero il racconto dei fatti accaduti all’Italia durante il Mondiale tedesco: dalla vita dei giocatori durante il ritiro di Ludwigsburg al clima pesante e alle polemiche relative alle grandi aspettative createsi intorno alla squadra. In un contesto del genere, l’errore più grave fu l’incapacità nel gestire un delicato passaggio generazionale in cui si trovavano a convivere giocatori a fine carriera e giovani emergenti.


 

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