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Quando anche i cattivi sono una favola: il Tottenham dei bambini terribili

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Non c’è Davide contro Golia: se non vincerà il Leicester sarà lo stesso una favola

In Inghilterra tira davvero aria di rivoluzione: della favola Leicester vi abbiamo dettagliato, ma la parte dei cattivi a chi spetta? Di solito, nel più classico dei Davide contro Golia, da antagonista ti ritrovi un colosso: nel nostro caso potrebbe essere il Chelsea, uno dei due Manchester, al più l’Arsenal o il Liverpool. Ed invece il cattivo di turno – l’unico che può evitare il concretizzarsi di quel sogno chiamato Leicester – è il Tottenham di Mauricio Roberto Pochettino.

TUTT’ALTRO CHE COLOSSO – Due sole Premier League nel palmarés, quelle vinte nelle stagioni 1950-51 e 1960-61: due edizioni della Coppa Uefa ed una Coppa delle Coppe, fatta eccezione per le due recenti Football League Cup l’ultimo trofeo – l’ottava FA Cup della propria storia – risale alla stagione 1990-91. In soldoni: il Tottenham non vince nulla di significativo da ben venticinque anni e l’ultimo titolo nazionale se lo è aggiudicato cinquantacinque anni fa. Dall’altra parte dunque, a recitare la parte del cattivo in un finale di campionato che si preannuncia vietato ai deboli di cuore, si cela a sua volta una favola: quella di un club che si è strutturato nel tempo per approfittare delle concomitanti quanto clamorose battute d’arresto delle big, ma che si è ritrovato al cospetto di una trama del destino più dirompente di qualsiasi altra considerazione.

MIGLIOR ATTACCO E DIFESA – Si è detto struttura: ed in effetti il Tottenham comanda la classifica di Premier League per quanto concerne i dati inerenti a fase difensiva ed offensiva. Con 60 reti quello di Pochettino è l’attacco più prolifico del torneo, così come con 25 la difesa si attesta quale la meno battuta: una vera e propria ode al lavoro di un tecnico abile come pochi a ricercare un equilibrio funzionale, ossia solido ma che non tolga nulla alla proposizione di un calcio dinamico e frizzante. Il tutto costruito con una delle rose più giovani d’Europa: 24.8 l’età media della squadra, i senatori sono ventisettenni (Alderweireld) o ventottenni (Vertonghen) – un solo over 30, il secondo portiere Vorm – ed i gangli della squadra tutti della generazione 90.

BAMBINI TERRIBILI – Generazione ’90, ma ci siamo trattenuti: qui è stato superato ogni limite mai conosciuto prima, il tutto in nome del valore. Se sei bravo giochi, non importa la tua carta d’identità: questo il succo del Pochettino pensiero, che del mattone sulla pressione da gestire francamente se ne infischia. Ecco Dele Alli, classe ’96 e proprio oggi ventenne (buon compleanno fenomeno!), che in barba alla sua giovane età ha già siglato otto reti ed undici assist stagionali, abbinando alla perfezione fase difensiva ad offensiva. Con lo strapotere di un marziano. Gli fa rima Eric Dier, classe ’94, magari meno esplosivo ma parlatene con Pochettino… non se ne priverebbe neanche se infortunato. Vogliamo discutere del capocannoniere del torneo? Harry Kane (’93) va in rete in tutti i modi e nel tempo ha imparato a rendersi utile anche quando il gol non lo trova. E poi i vecchietti di turno: da queste parti la classe ’92 degli Eriksen e dei Lamela rischia di passare presto di moda, figurarsi un ’90 come Rose. Se non vincerà il Leicester insomma fatevene capaci, non avrà trionfato il cattivo di turno ma una favola altrettanto incantevole.