2015
E’ tornato Garcia
Altro che pietismo, lallenatore della Roma Rudi Garcia ha ristabilito le gerarchie con un necessario colpo di spugna
Se sbagliare serve a comprendere determinati errori e ripartire da questi, correggendo il tiro e riproponendosi sotto una rinnovata ottica, allora anche a certi livelli possono essere compresi ed accettati: è la storia di Rudi Garcia da Nemours, allenatore della Roma nelle stagioni 2013-14 e 2014-15, a meno di clamorose smentite anche almeno per la prossima stagione.
SPARARE ALTO – Lo abbiamo raccontato in più di un’occasione ma è doveroso tornarci: Rudi Garcia commise un grave errore non soltanto strategico nell’elevare a dismisura il calibro di questa Roma nell’immediato seguito dei fatti dello Juventus Stadium. La delusione per una sconfitta immeritata era cocente e sì, serviva la scossa, ma il tecnico francese andò troppo oltre dichiarandosi convinto che la sua Roma avrebbe vinto lo scudetto: impensabile lasciarsi andare ad esternazioni tanto forti quando il tuo avversario è una conclamata corazzata reduce da tre scudetti consecutivi e dotata di un organico che ha pochi pari a livello mondiale. Immediato il cortocircuito scatenato nella testa della squadra, che alle prime difficoltà ha pensato di non aderire alle aspettative della sua guida: Garcia parlava di scudetto ma la Juventus scappava ed ecco crescere le insicurezze nelle labili convinzioni di un gruppo che studia per essere vincente ma che ancora non lo è.
E TORNARE SULLA TERRA – Al termine della stagione è arrivato un colpo di spugna che a tanti è sembrato un misero pietismo, un tentativo poco celato di mettere le mani avanti per quel che è stato e quel che sarà, una poco apprezzata arrendevolezza nei confronti di chi ha dimostrato di essere il più forte. Ma invece le parole di Garcia sono tutt’altro: sono il ritorno alla verità, alla cruda essenza dei fatti, rappresentano a pieno la necessità di rimettere ogni cosa al proprio posto. Dopo un primo anno esaltante alla guida della Roma e vissuto in una città emotivamente instabile come Roma, avvenuto l’ambientamento il tecnico si è probabilmente lasciato andare sulle ali di un entusiasmo e di una piazza che sa farti sentire re come poche altre: ha lanciato l’amo molto lontano salvo poi accorgersi che quell’ambiente stesso sa ridimensionarti alla stessa velocità con il quale ti ha esaltato. Il secondo anno a Roma non è facile, a nessun livello: rischi di montarti la testa ma lui ha limitato i danni (non nelle tre coppe dove l’andamento è stato disastroso) con un preziosissimo secondo posto e da qui ora può ripartire.
IL FUTURO – Sì, può ripartire dalla giusta posizione, quella della sua Roma e non quella a cui lo stesso Garcia l’aveva erroneamente spinta in quella conferenza che ha fatto più danni che altro. Nel post Roma-Palermo ha affermato che se non avesse proferito tali parole la Roma avrebbe a malapena centrato l’accesso in Europa League: no, su tale aspetto c’è totale discordanza con l’opinione di chi vi scrive, ma va ribadito il totale apprezzamento per aver ristabilito le gerarchie. Piazzando questa Juventus avanti a tutti e lontana per chi invece non corre da solo ma con tutti gli altri: se Garcia e la dirigenza giallorossa riusciranno a definire questo puzzle non lasciandosi indietro alcuna cosa non detta si potrà ripartire con rinnovato spirito. E soprattutto dalle giuste proporzioni: la pressione (che proprio il francese aveva erroneamente elevato) sarà minore e con una corretta campagna acquisti la Roma avrà argomenti a suo favore. Fondamentale però, va ribadito, dirsi tutto.