2020
Sacchi: «Rangnick deve conoscere l’Italia. Scudetto? Mi auguro una cosa»
Arrigo Sacchi ha parlato della ripresa del campionato di Serie A e del Milan: le dichiarazioni dell’ex allenatore
Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan, ha commentato l’attuale situazione in casa rossonera e affrontato la ripresa del campionato di Serie A ai microfoni del Corriere della Sera.
RIPRESA – «Sono felice che si torni a giocare, ma a una condizione: che ci si fermi subito se dovesse capitare qualcosa. Ci sono troppe incognite, è difficile rispondere. Non so quali segni abbia lasciato il Coronavirus nella testa dei calciatori e nemmeno le loro motivazioni. Io per esempio ho pensato pochissimo alla ripresa del calcio e molto rispetto all’enorme tragedia che abbiamo vissuto».
SCUDETTO – «Non faccio un pronostico ma un auspicio: sarei contento che vincesse chi dà tutto come ha fatto l’Atalanta fino ad ora e subito dopo metto la Lazio che offre un calcio brioso e internazionale».
ANCELOTTI – «Nel mio Milan io volevo giocatori umili e funzionali. Quando ho chiesto Ancelotti mi dissero che sarebbe stato un rischio prenderlo a causa delle sue ginocchia, alla fine ho convinto Berlusconi e Maradona una volta mi disse che ero stato capace di far correre veloce anche uno come Carletto. Gli risposi che lui pensava veloce».
RANGNICK – «Ha qualità ma in Italia per emergere bisogna conoscere il calcio e la sua gente».
RINASCITA – «Bisogna mettere il gioco al centro del progetto. Un club viene prima della squadra e la squadra prima del singolo. Non so se al Milan lo hanno capito visto ciò che è successo con Gazidis e Boban, e perfino con Maldini».