Sampdoria in ritiro, Accardi: «Non è una punizione, ma una soluzione per confrontarci»
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Sampdoria in ritiro, Accardi: «Non è una punizione, ma una soluzione per confrontarci»

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Le parole di Pietro Accardi, direttore sportivo della Sampdoria, in conferenza stampa dopo la decisione del ritiro per i blucerchiati

Pietro Accardi, direttore sportivo della Sampdoria, è intervenuto in conferenza stampa a Bogliasco per fare il punto della situazione dopo i risultati negativi delle ultime giornate di Serie B. Ecco le dichiarazioni riportate da Telenord.it.

SQUADRA – «Credo nel valore di questa squadra, non sempre però c’è stato l’atteggiamento giusto ed è anche colpa mia. Voglio che la squadra abbia la faccia di Sottil e anche la mia: aggressiva, cazzuta. Prima di chiedere ai calciatori chiedo a me stesso».

RITIRO – «Il ritiro è stato deciso non come una misura punitiva, ma come una soluzione per confrontarci ancora di più. Subito dopo la partita con il Pisa sono stati annullati i permessi. Dopo un confronto con il presidente, abbiamo preso la decisione del ritiro. Sono stati tre giorni intensi di discussione diretta con la squadra. Sappiamo in che momento ci troviamo. È stata una presa di coscienza collettiva, da parte mia, dell’allenatore e della squadra. Non siamo felici della situazione, ma siamo consapevoli di avere le risorse necessarie per ribaltarla».

MERCATO ESTIVO – «Sapevo a cosa andavo incontro venendo alla Sampdoria, comprese le difficoltà. All’inizio c’è stato il mercato, poi è arrivato il campionato. Il progetto di costruzione è chiaro, ma se i calciatori non rendono, la responsabilità è anche loro, ma in parte anche mia. Non ho dubbi sul valore dei calciatori, però devono fare di più, così come anche io devo fare di più. Mi prendo la responsabilità, perché vivo con loro ogni istante. Devo essere più chiaro su alcuni aspetti: nei momenti di crisi, così come nei risultati negativi, non è mai colpa di una sola persona. Ho la fortuna di avere una squadra che si assume la responsabilità, che lavora e che non è felice del suo rendimento e dei risultati».

COSA MANCA –  «Il calcio non è una scienza esatta. Da parte di tutti, c’è stata massima professionalità e disponibilità negli ultimi quattro mesi. Però manca qualcosa che deve venire dall’interno, quel qualcosa che fa la differenza in Serie B. L’atteggiamento non è stato perfetto in tutte le partite. Noi scegliamo la tattica, ma il carattere è una responsabilità che ci riguarda. È un aspetto che in alcune partite è mancato. A volte sono arrivati i risultati, ma il carattere non deve più mancare».

SOTTIL – «Sottil? Non è “a tempo”, ha la fiducia della società e della squadra. Anche lui sa che bisogna vedere un altro spirito in tutte le partite, sia nel primo che nel secondo tempo. Sul modulo il mister aveva già in mente di provare nuove soluzioni, cercando di recuperare alcuni giocatori importanti, ma per le loro condizioni fisiche precarie era necessario aspettare. Sul nuovo modulo, sarà lui a parlarne. Tuttavia, il cambiamento vero avverrà solo se cambiamo spirito, indipendentemente dal modulo».

PIRLO – «Era meglio iniziare con un’altra guida? Serviva tempo? Sono il primo a riconoscere i miei errori; chi prende decisioni, inevitabilmente, può incorrere in sbagli. Per quanto riguarda Pirlo, l’intento era dare continuità a un progetto tecnico che, nella seconda parte del campionato scorso, aveva mostrato una squadra ben organizzata e con una propria identità. Proseguendo su quella strada, ci aspettavamo un inizio diverso. Per questo motivo abbiamo deciso di cambiare. Pirlo richiamato al posto di Sottil? Non si tratta di un discorso di nomi, ma di fiducia, e noi abbiamo fiducia in Sottil. In 10 partite, Coppa Italia inclusa, ha conquistato 14 punti e ha ottenuto il passaggio del turno. Non posso che essere soddisfatto del lavoro che sta facendo, ma lui sa che l’atteggiamento della squadra deve cambiare. Siamo convinti che questa squadra possa vincere tutte le partite, ma senza il giusto atteggiamento in Serie B si perde. Le squadre di Sottil sono sempre state determinate, e questo è quello che ci aspettiamo di vedere».

GRUPPO – «Sicuramente, avere un gruppo di 30 calciatori può diventare un problema. In Serie B, solo 23 giocatori possono essere convocati, e 6 di movimento restano a casa. Tuttavia, questi calciatori sono uniti e, davanti alla chiarezza dell’allenatore, sono d’accordo. All’inizio, Kasami era fuori, ma poi ha riconquistato il suo posto. Il mister non ha preclusioni verso nessuno. Quando sono arrivato, c’erano già 30 calciatori sotto contratto. Non avevo la bacchetta magica, ma i risultati si ottengono con programmazione e tempo. Stankovic ed Esposito? Scelte condivise con Pirlo, non erano nei nostri programmi. Difesa? Romagnoli, Bereszynski e Ferrari sono esperti. Ferrari sta meglio, nella difesa a tre hai tre esperti e tre giovani. Aspettiamo Ferrari e Veroli, gli infortuni incidono sulle scelte. A centrocampo Bellemo non è un playmaker. Meulensteen e Yepes sono giocatori che ricoprono quel ruolo, mentre Akinsanmiro è più dinamico e di gamba. Bellemo e Kasami sono profili simili, ma non dimentichiamo Vieira, che è un signor giocatore».

MERCATO DI GENNAIO – «Per quanto riguarda il mercato di gennaio, al momento non cerchiamo nessuno. Siamo concentrati a dare il massimo con la squadra attuale, con l’obiettivo di fare bene in campo, e tutta l’attenzione è rivolta alla partita contro il Palermo. No a stravolgimenti dal mercato».

MANCATA PROMOZIONE – «La programmazione è sempre stata pensata nel medio-lungo termine, ma il mercato ha certamente alzato le aspettative. Chi non riesce a gestire le pressioni e le aspettative dovrebbe cambiare mestiere».

MARASSI – «Marassi non è un problema, dobbiamo farlo diventare la nostra forza. I tifosi sono straordinari, ma spetta a noi trascinarli con le nostre prestazioni».

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