Fernando: «Dalla guerra a Cassano» - Calcio News 24
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2015

Fernando: «Dalla guerra a Cassano»

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E svela: «Potevo finire al Napoli e alla Fiorentina»

I guai in Ucraina sono ormai alle spalle, così come l’esordio shock in Europa League contro Vojvodina: Fernando sta pian piano assaporando l’avventura italiana con la Sampdoria. Avrebbe potuto cominciarla prima ed è lo stesso centrocampista a rivelare il retroscena: «Ero già stato vicino alla Serie A, prima con la possibilità Napoli, attraverso uno scambio con Vargas, poi, lo scorso gennaio, per l’interessamento della Fiorentina. Il prestito pareva cosa fatta, ma non è stato così. Quando ho saputo che mi voleva la Sampdoria ho accettato di corsa. Qui c’è un presidente speciale come Ferrero. Qui hanno giocato grandi campioni e per me è un onore provare a imitarli, penso a Cerezo e a Silas, quest’ultimo una persona speciale per me: è stato il primo tecnico a scommettere sulle mie capacità al Gremio ed è una persona che sento sempre volentieri», ha dichiarato a La Gazzetta dello Sport.

L’OMBRA DELLA GUERRA – Si torna alla disastro contro il Vojvodina, niente a che vedere però con l’annata tremenda vissuta in Ucraina, dove giocava poco ed era anche preoccupato fuori dal campo per l’avvicinarsi della guerra: «Ero sempre triste, teso, mia madre mi chiamava e mi diceva: “ritorna a casa”. Qui ho trovato un paradiso: una bella città, il mare, un’ottima squadra. Adesso poi ho anche trovato casa in centro per viverci con mia moglie Raphaela e mio figlio. Bellissimo».

OBIETTIVI – Fernando, che non poteva tirare le punizioni allo Shakhtar Donetsk perché se ne occupava solo Dario Srna, il capitano, ora si gode la fiducia di Walter Zenga, che lo invoglia quotidianamente e lo spinge a guardare oltre: «Ora siamo concentratissimi sul campionato, ma con la permanenza di Eder e Soriano, due giocatori di grande qualità, sono convinto che possiamo ripetere la strepitosa stagione scorsa. Anzi potremmo fare anche meglio dello scorso anno e conquistare una nuova chance europea. Dobbiamo rispettare tutti, ma anche confidare nella nostra qualità. Credo che qui ci siano giocatori che non hanno ancora capito quanta qualità hanno. Comprenderlo ci farà fare un bel salto».

LEADER – Chi lo ha sorpreso è Luis Muriel, che fa cose che altri neppure pensano e che vede spazi dove ci sono gli avversari. Ma c’è anche Antonio Cassano: «Confesso, io proprio non lo conoscevo. Ne ho sentito tanto parlare e ho visto che molti lo consideravano un idolo, così sono andato a vedermi dei video e sono rimasto a bocca aperta. Non vedo l’ora di ritrovarlo al massimo delle sue possibilità. So che è stato molto criticato per la sua personalità, ma a me non è parso così: nello spogliatoio è simpaticissimo e disponibile, mi parla sempre anche se usiamo lingue differenti. Per la sua storia e la sua qualità Antonio deve tornare ad essere il punto di riferimento del nostro gruppo».