2012
Talento di Quartiere
“Mi sforzo di sorridere, sapendo che la mia ambizione ha superato di gran lunga il mio talento. Ormai non trovo più cavalli bianchi o belle donne alla mia porta”. (George Jung – Blow)
Se il codice etico dell’Italia l’ha scritto Prandelli, il codice etico di Cassano l’ha scritto Lady Gaga. Nel talento barese riconosco la sobrietà ed il basso profilo tipici della Germanotta: questo è un dato abbastanza inoppugnabile.
Ma, a parte questo, Cassano non finisce mai di sorprenderci: non tanto per le sue gesta da fuoriclasse e per i suoi gol strabilianti da giocoliere, quanto per la quantità di fesserie che riesce a dire ogni qualvolta apre la bocca. Una quantità tale che nemmeno il migliore dei miei editoriali riuscirebbe a reggere: una roba fuori dal mondo.
Se mettessimo in fila l’una sopra l’altra tutte le castronerie che ha detto Cassano negli ultimi 10 anni, Baumgartner potrebbe buttarcisi da sopra e stabilire un nuovo record di lancio col paracadute dalla stratosfera, anzi, dalla Cassano-sfera, quella parte di atmosfera così tanto alta che per arrivarci, un pallone aerostatico forse nemmeno basterebbe.
Fantantonio, ne sono convinto, è in fin dei conti un bravo ragazzo: notoriamente solo le persone molto furbe possono essere cattive, per cui escluderei a priori questa possibilità. Il suo problema più grosso è uno: l’ignoranza. Non parlo dell’ignoranza di chi, suo malgrado, non è riuscito a frequentare il CEPU neanche per sbaglio (come chi entra in un edificio scolastico solo perchè ha sbagliato a fare l’inversione a U con la macchina), io faccio proprio riferimento all’ignoranza di chi ignora ciò che lo circonda, di chi ignora di essere al mondo, di avere un talento, di poterlo sfruttare.
Il problema umano di Cassano, in questo senso, coincide con quello calcistico (che è poi l’aspetto che maggiormente dovrebbe interessare chi non si occupa di volontariato sociale): Antonio doveva diventare ‘un grande scienziato’ (come Fernandello), ma è finito per essere un ottimo giocatore. Essere un ottimo giocatore non basta quando non riesci a tenere chiusa la bocca: solo i grandi notoriamente possono dire robe ignobili senza essere giudicati. Ci riuscì Maradona, quando disse che non si drogava, o Pelè, quando disse che i suoi mille gol in carriera erano tutti regolari (se, regolari come le elezioni in Corea del Nord), potevano riuscirci Roberto Baggio o Platini, se solo avessero avuto il dono della parola blasfema. Ma Cassano parla troppo, davvero troppo per un giocatore… normale.
Superata la soglia dei 30 anni, anche Fantantonio dovrà prendere atto di non essere poi quel gran fenomeno che tutti pensavano fosse, di aver fallito più obiettivi di Ray Charles ad un torneo di tiro al piattello, di aver vinto meno trofei della Jamaica alle Olimpiadi Invernali, di aver litigato con più gente che Vittorio Sgarbi in un dibattito sull’autocontrollo, di essere più adatto ai salotti tv di Fabio Fazio, Maurizio Costanzo, Barbara D’Urso e Maria de Filippi, che a quelli erbosi dell’Olimpico, del Santiago Bernabeu o di San Siro.
La verità è che, perso l’ultimo treno per fingersi un gran giocatore o, almeno tacendo, una persona semi-equilibrata, alla porta di Antonio non ci sono più belle donne (ne ha già avute più di mille, quindi a ‘sto punto la fila è conclusa) e cavalli bianchi (quelli son tutti alla porta di Cicciolina). L’ambizione di Cassano ha insomma superato di gran lunga il suo talento, che pure non era poca cosa. Ma ciò che hanno superato sia la sua ambizione che il suo talento, sono le sue chiacchiere.
P. S. Si ringrazia il rapper Briga per la citazione del titolo. Lui forse non lo sa, ma gliel’ho fregato.