Tassotti sul vecchio e nuovo Milan: «Prima c'erano troppi interisti»
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Tassotti fuori dai denti: «Nel Milan cinese c’erano troppi interisti»

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L’ex Tassotti senza peli sulla lingua sulla nuova (e vecchia) gestione rossonera: «Seguo il Milan ora con più affetto di prima»

Trentasei anni di Milan: una vita. Da un paio però Mauro Tassotti non è più vicino ai rossoneri: dopo l’addio consensuale, attualmente l’ex secondo di Carlo Ancelotti ricopre la carica di vice-allenatore di Andriy Shevchenko nella nazionale ucraina. Il Milan però – in un modo o nell’altro – resta comunque sempre casa sua. Oggi magari un po’ più di ieri, perché il ritorno in società di Leonardo e Paolo Maldini, confessa lo stesso Tassotti, sono un valore aggiunto rispetto al Milan di qualche mese fa… «Il Milan è tornato ad essere una società normale. Nel senso che è tornato ad avere facce riconoscibili, a essere un club con capacità economiche importanti, che si è affidato a figure importanti – confessa Tassotti, al Milan prima da giocatore e poi da tecnico ininterrottamente dal 1980 al 2016 . Ecco perché dico che questa sorta di rimpatriata rossonera mi piace tantissimo. Sarò sincero: ora il Milan lo seguo con più affetto rispetto a prima».

«Leo e Paolo hanno l’intelligenza per essere una coppia di successo e in più hanno l’aura di campioni. Maldini? Era un delitto che non fosse coinvolto col Milan. Trovo assurdo che non sia rientrato prima, ma evidentemente non era convinto del progetto precedente. E come dargli torto… C’era un presidente che ci metteva la faccia pochissimo. E poi, posso dirlo? C’era troppa gente che arrivava dall’Inter: qualcosa di esagerato», confessa Tassotti con massima sincerità. Due parole anche su Gennaro Gattuso sulla panchina del Milan e su Ancelotti su quella del Napoli: giusto dare fiducia al primo, secondo l’ex difensore romano, sorprendente vedere il secondo prossimo avversario dei rossoneri. Un pronostico finale sulla stagione rossonera? Da Champions League. O giù di lì.