2015
Tavecchio: «Serie A? Solo 5 club ok»
Il presidente della FIGC lancia l’allarme: «Anche grandi città in difficoltà»
Considerato inadeguato per il ruolo di presidente della FIGC, Carlo Tavecchio è andato al contrattacco, partendo dalle pressioni del Governo e del Coni per il commissariamento della Federazione: «Sarebbe singolare se si prendesse un provvedimento tanto grave. La Figc fa le norme, ma l’attuazione compete alle Leghe. Se dobbiamo fare tutto noi, datemi il miliardo e 200 milioni di diritti tv», ha dichiarato il presidente federale ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, respingendo poi le accuse secondo cui la Federcalcio non ha vigilato a sufficienza sul Parma: «Io non posso rispondere anche del passato».
L’ALLARME – E poi arriva la bordata: «Quest’anno ci siamo letti tutti i bilanci, ci sono società in difficoltà, anche di grandi città. Le abbiamo avvertite che dalla prossima stagione vanno rispettati certi parametri, altrimenti sono fuori. Se fossero state operative già da quest’estate, si sarebbero iscritte cinque società al prossimo campionato di A», è l’allarme lanciato da Tavecchio, che ha lanciato la deadline in un’altra estate di processi e squalifiche: «Dobbiamo chiudere i processi sportivi di entro fine agosto. L’importante è che prima si sia fatta reale pulizia».
ALLEANZE INGOMBRANTI – Si passa poi a questioni “politiche”, cioè alle alleanze con Macalli e Lotito, che si sono rivelati per Tavecchio compagni di viaggio ingombranti: «Quando mi hanno chiesto di candidarmi, calciatori e allenatori avevano già scelto Albertini. Io avevo il blocco dei dilettanti, un 34%, dovevo allearmi con qualcun altro per essere eletto, e chi era rimasto? Il problema è la legge Melandri, che ha assegnato alle leghe il 68% dei consensi. È il sistema che mi ha imposto questo matrimonio», ha spiegato il numero uno della FIGC, che ha poi parlato del rapporto con il patron della Lazio: «Volevano che gli assegnassi la vicepresidenza vicaria della Figc, e mi sono opposto. Poi, dopo la famosa telefonata con Iodice, sono stato io a togliergli la delega alle riforme del calcio. Deroga? Ribadisco che in quel caso, trattandosi di una denuncia per calunnia, Lotito non aveva alcun bisogno di un’autorizzazione del sottoscritto».
A MARGINE – Tavecchio, che sogna una rivisitazione del mondo professionistico, di unificare la B e la Lega Pro per avere due leghe, ha parlato anche di Antonio Conte, di alcuni investimenti particolari e del contenzioso con la Juventus: «Richiesta di rinvio a giudizio? Sì, è arrabbiato per come viene trattato, ma va avanti. Puma soddisfatta? Certo. Semmai abbiamo il rammarico di non aver usato abbastanza Conte come testimonial. Fondi di investimento come Doyen? Bisognerebbe classificarli dal punto di vista etico. La chiave di tutto è la provenienza dei soldi. Causa con la Juventus per Calciopoli? Confidiamo di chiudere il contenzioso entro l’inizio della prossima stagione».