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Verso Brasile 2014, Brasile: Pentacampeão per sfatare il Maracanazo

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Sfatare il Maracanazo e apporre la “Hexa”: il fardello di un’intera nazione

MONDIALI SCHEDA BRASILE – Brasilia, Cuiabà, Manaus, Recife, Fortaleza, Natal, Salvador, Curitiba, Porto Alegre, Belo Horizonte, Rio De Janeiro, San Paolo. A poco meno di un mese dall’inizio del Mondiale 2014 che si terrà in Brasile, preparatevi a conoscere meglio le città che ospiteranno la competizione iridata. E, a meno di dodici mesi dalla vittoria della Confederations Cup sulla Spagna, proprio la Nazionale di casa, il Brasile di Felipe Scolari, ha la pressione mediatica non solo di un popolo intero, ma di tutto il mondo, alla ricerca della vittoria finale. I Pentacampeão, detentori di ben cinque titoli Mondiali, si preparano così alla ricerca della Hexa, la sesta Coppa che li farebbe entrare ancor di più nella storia del calcio. Un gruppo giovane, con un mix tra talenti cristallini e calciatori di esperienza, quello messo in mano a Felipe Scolari nei mesi scorsi, dopo la fine dell’esperienza di Mano Menezes dello scorso novembre 2012: e qualche esclusione eccellente, a partire dall’assenza di Kakà che, nonostante l’ottima stagione a livello di continuità con la maglia del Milan, non farà parte dei 23 pre-convocati dal commissario tecnico dei verde-oro.

L’ALLENATORE: Felipe Scolari è più di un’istituzione in Brasile. E’, anche e sopratutto, il commissario tecnico che ha permesso alla Nazionale di vincere il suo quinto titolo mondiale della storia, in quella trasferta asiatica che furono i Mondiali 2002, tenuti in Corea e Giappone. Gli appellativi di Felipão  e Big Phil , ma anche una clamorosa somiglianza con Gene Hackman, ne fanno un profilo ideale per il gruppo brasiliano in vista della rassegna iridata, considerando l’ampio fardello mediatico che cadrà sulle spalle dei padroni di casa che dovranno vincere e sopratutto convincere per soddisfare le aspettative e sfatare così il tabù Maracanazo di 64 anni fa, quando fu l’Uruguay a spodestare i verde-oro nella finale Mondiale tenutasi al Maracanà. Scolari, da c.t., ha lavorato nel biennio 2001-2002 con il Brasile, per poi essere chiamato alla guida del Portogallo, dal 2002 al 2008, portando i lusitani alla finale dell’Europeo 2004 (giocato in casa) e ad un buon 4^ posto nei mondiali del 2006 in Germania.

LA STELLA: Neymar è il calciatore più atteso del Mondiale 2014. Dopo aver trascinato il Brasile nella vittoria in Confederations Cup, per l’attaccante del Barcellona adesso è il momento di fare sul serio e confermarsi in un palcoscenico prestigioso come quello del Mondiale, con un intero Paese a fare il tifo per l’idolo di casa. Che non sta più nella pelle: «Giocare per il Brasile è sempre stato il mio sogno fin da bambino, è un onore rappresentare il mio Paese. Sono emozionato, non nascondo che inizio a sentire le farfalle nello stomaco. Non sarà facile, i nostri avversari faranno di tutto per batterci ma noi vogliamo regalare ai nostri tifosi il titolo Mondiale» ha detto nei mesi scorsi, svelando anche un motivo di tormento legato agli ultimi mesi della stagione: «Ho sempre avuto paura che un problema fisico mi avrebbe costretto a non partecipare alla Coppa del Mondo». Così non sarà, fortunatamente per noi e per il Brasile. Nonostante i 22 anni di età, Neymar ha numeri strabilianti con la maglia verde-oro: 27 gol in 44 partite ne fanno sicuramente un bottino da prendere in considerazione in vista del Mondiale. Le difese di Croazia, Camerun e Messico sono avvisate.

LA GIOVANE PROMESSA – Quella odierna è una rosa completamente stravolta rispetto a 4 anni fa, con l’inserimento di giovani talenti che in pochi anni si son guadagnati palcoscenici importanti in tutta Europa. E’ il caso di Oscar, talento di Americana e classe ’91, centrocampista offensivo del Chelsea e della Nazionale brasiliana. Spesso abituato a gol importanti e giocate decisive (ricordate la doppietta in Champions League contro la Juventus) è considerato una promessa del calcio sudamericano, capace di poter rivestire più ruoli nell’ambito di uno scacchiere tattica e gioca per i propri allenatori che possono utilizzarlo nei più disparati moduli, da ala fino a trequartista. Un dribbling da rapace, unito ad una velocità impressionante, che gli permettono di fare il bello ed il cattivo tempo intorno ai 16 metri: in più, le stagioni col Chelsea e l’esperienza a livello europeo (ma è stato decisivo anche in Confederations Cup) ne fanno un calciatore pronto a livello fisico e psicologico anche per il Mondiale. Non come semplice comprimario, ma come possibile protagonista. 

UOMO MERCATO – Difficile citarne solamente uno. La rosa del Brasile pullula di occasioni e calciatori dal grande tasso tecnico: per dire due nomi che tuttavia potrebbero lasciare i propri club alla fine del Mondiale, quello di Dani Alves, qualora il neo-tecnico del Barcellona, Luis Enrique, dovesse decidere di fare un nuovo rimpasto della rosa, considerando la sensazione di essere arrivati alla fine di un ciclo e, a quel punto, il terzino destro sarebbe uno dei principali indiziati per una partenza, con i club di Premier League al varco per presentare un’offerta concreta. Ma anche quello di David Luiz, prototipo del difensore moderno, efficace in copertura ma che non disdegna anche di destreggiarsi nella fase di costruzione della manovra, tale da spingere Mourinho a schierarlo diverse volte come centrocampista basso davanti ai centrali difensivi. E, infine, anche il nome di Paulinho, che in Inghilterra con la maglia del Tottenham non ha ancora soddisfatto quanto di buono si pensasse sul suo conto: la Roma già da mesi ci sta facendo più di un pensierino.

PALMARES – Ospiti fissi non avendo mai saltato un appuntamento col Mondiale, la Nazionale brasiliana è colei che ha vinto più titoli delle altre, con 5 titoli che gli valgono l’appellativo di Pentacampioni: oltre ai 5 Mondiali si uniscono la vittoria di 4 Confederations Cup e ben 8 Coppe America. L’ultimo Mondiale in Sudafrica, nel 2010, è stato alquanto deludente per la compagine verde-oro, eliminata ai quarti di finale dall’Olanda, brava a recuperare il gol di svantaggio e addirittura superare ed eliminare il Brasile grazie alla doppietta messa a segno da Wesley Sneijder. 

DOVE ARRIVERA’ IL BRASILE – La non-vittoria del Brasile in questo Mondiale peserà mediaticamente comunque come un fallimento. Le prestazioni offerte in Confederations Cup, unita al ritorno del Mondiale in Brasile e ad una finale nuovamente al Maracanà, hanno fatto lievitare le aspettative di un intero popolo ma anche dei semplici spettatori: il Brasile deve vincere il Mondiale e una seconda finale persa in casa potrebbe davvero dare il colpo di grazia ai sostenitori verde-oro. Il girone da superare è abbastanza facile, considerando che Camerun, Messico e Croazia sono avversari abbordabili, per cui servirà innanzitutto fare bene nel girone e chiuderlo da capolista. Anche perché, in vista di un ottavo di finale, il girone B metterà in palio contendenti davvero niente male: il Brasile rischia così di trovarsi una Nazionale tra Spagna, Olanda e Cile già nel primo turno eliminatorio. Scolari in questi mesi ha lavorato su un rodato 4-3-3: con la conferma di Julio Cesar in porta ed un pacchetto difensivo niente male, con Thiago Silva e David Luiz perni centrali, ma spinta e propulsione sulle fasce garantita da Dani Alves e Marcelo, con Maicon pronto a «spaccare in due le partite» entrando dalla panchina. A centrocampo pullulano i talenti e i profili per giocare a tre: tra Fernandinho, Oscar, Luiz Gustavo, Hernanes, Willian, Ramires e Paulinho c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Meno rodato, invece, il reparto offensivo, con il tridente Neymar-Hulk-Fred che tanto bene ha fatto nell’ultima Confederations Cup, con un occhio a Bernard che potrebbe guadagnarsi anche uno spazio per mettersi in mostra.