Verso Brasile 2014, Messico: la rivoluzione del Piojo per fare la storia - Calcio News 24
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Verso Brasile 2014, Messico: la rivoluzione del Piojo per fare la storia

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La Federazione ha individuato in Herrera la guida giusta, lui ripaga con un mix di giovani e uomini fidati

MONDIALI SCHEDA MESSICO – Se l’accostamento tra gli aztechi ed un campo da calcio appare stridente forse significa che i ricordi del Mondiale francese del 1998 si sono fatti fin troppo sbiaditi: sulle maglie create per il Messico, di culto per gli appassionati, campeggiava minaccioso (per gli avversari) il Dio-sole Tanatiuh e in campo Blanco saltava col pallone tra i piedi in mezzo ai difensori interdetti, lasciando a Ronaldo il più banale doppio passo. Cuauhtemoc si chiamava, di mestiere fantasista e non divinità azteca, seppure il nome potesse ingannare. Insieme a lui un capellone di nome Luis Hernandez riusciva ad andare in gol 4 volte, come Salas e lo stesso Ronaldo. Sembra preistoria del calcio, osservando la rosa messicana in vista dei prossimi Mondiali, ma non serve andare tanto indietro nel tempo per trovare cambiamenti: se si eccettua la difesa, infatti, la rosa scelta dal c.t. Herrera appare rinnovata anche rispetto al 2010. Il cambiamento è un processo naturale, ha sottolineato il tecnico, e la vittoria alle Olimpiadi del 2012 non può che mettere in luce i lati migliori del cambio generazionale. Anche se, in fase di qualificazione ai Mondiali, le cose sono state più complesse del previsto.

IL CONDOTTIERO, MIGUEL HERRERA – Il caos dell’ultimo anno all’interno della Federazione messicana trova conferma nel numero di tecnici che si sono susseguiti in due mesi: dopo l’addio a de la Torre nel settembre del 2013, infatti, sono serviti i passaggi a vuoto Tena e Vucetich prima di arrivare al nome di Herrera, inizialmente indicato come traghettatore ma confermato poi dalla Federazione dopo lo spareggio vinto contro la Nuova Zelanda. El Piojo, come lo chiamano in patria, sembra aver ridato stabilità alla compagine messicana: il suo modulo è un 5-3-2, radicalmente diverso rispetto ai prececessori, e i risultati fin qui hanno pagato: dal debutto come tecnico sono arrivati infatti quattro successi e due pareggi. Al di là dell’aspetto tattico rinnovato in Messico è il personaggio a far parlare di sé: le esultanze scomposte e l’atteggiamento talvolta istrionico hanno reso el Piojo un uomo immagine oltre che un semplice commissario tecnico, un concentrato di personalità in 168 cm. 

LA STELLA, JAVIER HERNANDEZ – Il numero di presenze e di reti collezionate in Nazionale permette a Javier Hernandez, al secolo el Chicharito, di guadagnarsi il titolo di stella della rosa scelta da Herrera. Nonostante la giovane età il rapido attaccante è già alla seconda apparizione al Mondiale: nel 2010, pur non partendo da titolare, andò in rete contro la Francia. La stagione con la maglia dello United non è stata facile, mettendo addirittura a repentaglio una convocazione: solo sei apparizioni da titolare per Hernandez, e molti spezzoni finali, non hanno permesso al giocatore di conquistare l’accesso ai Mondiali a suon di gol. La scarsa concorrenza, però, non ha lasciato particolari dubbi ad Herrera la cui speranza è quella di ritrovare un Hernandez motivato più che mai a dimostrare il proprio valore. Tornare a sentire la fiducia ed a segnare a raffica potrebbe, perché no, aprire anche le porte del mercato per il classe ’88. Su di lui, come noto, si è spesso fatto il nome dell’Inter ma non sono da sottovalutare le voci che lo vedono accostare all’Atletico Madrid od all’Aston Villa, per una permanenza in Premier League.

LA SORPRESA, DIEGO REYES – Tra le eredità lasciate dal prestigioso oro olimpico del 2012 spicca un giovane difensore dalle caratteristiche più uniche che rare, tanto da diventare punto fermo del Club America ancor prima dei 20 anni e da conquistare a suon di prestazioni la fiducia dell’attuale c.t. Herrera. Parliamo di Diego Reyes, arrivato al Porto la scorsa estate per l’importante cifra di 7 milioni di euro. Un investimento che inizialmente ha faticato a tradursi in minuti in prima squadra ma che, nel finale di stagione, ha visto Reyes guadagnare la fiducia del Porto oltre all’immutata stima di Herrera: quest’ultimo ne ammira coraggio e personalità di fronte ad avversari più esperti, il ragazzo infatti denota sfrontatezza nell’affrontare gli attaccanti anche grazie a doti tecniche rare per un difensore, seppur versatile come lui. La capacità di giocare in ogni ruolo della difesa e di non sfigurare anche a centrocampo, grazie all’attitudine da regista, potrebbe aprire a Reyes qualche spazio al Mondiale, nel 5-3-2 del Piojo: Marquez, Salcido e Rodriguez hanno rispettivamente 35, 34 e 32 anni e Reyes, insieme al classe ’88 Moreno, appare una buona garanzia per la retroguardia del Messico del futuro.

L’UOMO MERCATO, HECTOR MORENO – Proprio Hector Moreno, presente e futuro della difesa messicana, fornisce i maggiori spunti in tema di mercato in vista della prossima sessione estiva. Arrivato in Europa giovanissimo, a soli 19 anni l’AZ Alkmaar lo portò in Eredivisie, non ha faticato ad affermarsi diventando un elemento importante nella formazione olandese e ripetendosi poi nell’Espanyol, club in cui milita dall’estate del 2011. Anche in Nazionale emerge un profilo da predestinato: sono infatti già 50 le presenze collezionate con la maglia del Tricolor. Dopo tre stagioni all’Espanyol, e con alle spalle l’esperienza olandese, sembra arrivata l’ora di un salto di qualità per il centrale, pericoloso tra l’altro anche in zona gol con i suoi inserimenti su tiro da fermo. Per il futuro di Moreno si prospetta una vera e propria asta di livello europeo e, anche restando sulla sola Serie A, si perde il conto dei club che lo hanno messo nel mirino: Juventus, Lazio, Fiorentina o persino il derby tra le milanesi, gli uomini mercato non rimangono indifferenti di fronte alla personalità ed alla solidità del messicano. Quanto servirà per averlo? La sensazione, dato il numero ed il calibro delle formazioni interessate, è che la cifra possa tendere verso i 10 milioni di euro.

L’ULTIMO MONDIALE – Il Messico è ormai ospite fisso dei Mondiali fin dal 1986, se si esclude l’assenza forzata per squalifica a Italia 90, e gli ottavi di finale sono divenuti una sorta di consuetudine per la Nazionale tricolor. Anche in Sudafrica, nel 2010, il risultato finale furono gli ottavi: dopo aver superato il duro gruppo A, eliminando i padroni di casa sudafricani per differenza reti e la Francia, gli uomini allora guidati da Aguirre furono eliminati dall’Argentina trascinata da Tevez, grande assente in Brasile, e da Higuain.

DOVE ARRIVERA’ IL MESSICO? – Le sorti del Messico ai Mondiali sembrano storicamente legate all’aria di casa: le uniche due edizioni in cui la Nazionale è riuscita ad arrivare ai quarti di finale, infatti, sono state quelle disputate in Messico. Herrera ha dichiarato apertamente di voler eguagliare tale record pur lontano da casa, arrivando ai quarti, ma il gruppo A comprende Brasile, Croazia e Cameroon e non consentirà certo vita facile alla rinnovata Nazionale messicana. Gli ottavi sarebbero già un traguardo di tutto rispetto e, secondo Herrera, l’appuntamento decisivo sarà quello col Brasile: la data del 17 giugno è già l’ossessione messicana, fermare i verdeoro significherebbe fare un passo verso la storia.