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Mister Li fa crac in Cina: una nuova inchiesta scuote il Milan

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Milena Gabanelli contro Yonghong Li: il proprietario del Milan avrebbe comprato i rossoneri con la sua cassaforte già vuota. La ricostruzione dei problemi finanziari del cinese

Tornano le ombre su Yonghong Li e sul Milan. La cassaforte dell’uomo d’affari cinese era già vuota quando comprò i rossoneri, ci sarebbero due cause in corso contro Li e la sua holding sarebbe a rischio bancarotta. La notizia, un fulmine a ciel sereno in un momento positivo per il Milan, arriva da Il Corriere della Sera. Un reportage di Milena Gabanelli e Mario Gerevini ricostruisce le tappe dell’acquisizione del Milan da parte di Yonghong Li e anche i suoi affari cinesi. Si parte dal gennaio 2015, quando ancora il Milan non era nelle mire di Li. La sua holding Shenzhen Jie Ande (gestita da un prestanome) detiene l’11,39% di Zhuhai Zhongfu – società che si occupa di materiale riciclato – in pegno alla Jiangsu Bank. L’istituto di credito un anno dopo fa causa a Jie Ande per debiti e il 7 febbraio 2017 il tribunale del popolo di Futian ordina che il pacchetto in pegno vada all’asta. Il 20 febbraio Jie Ande presenta il ricorso. Finora tutto questo succede in Cina. In quel momento in Italia nessuno conosce Yonghong Li, che il 13 aprile 2017 diventa presidente e proprietario del Milan. E si passa alla stringente attualità.

Le vicissitudini recenti di Yonghong Li

Secondo la ricostruzione di Gabanelli e Gerevini, mentre Li chiude l’acquisto del Milan (con i 300 milioni ancora da restituire a Elliott), il cinese già inizia ad avere qualche debito. Tra maggio e giugno 2017 vanno in scena due atti contrapposti ai due angoli del mondo: in Cina il tribunale respinge il ricorso della holding e, in pratica, “costringe” la vendita a favore della Jiangsu Bank; intanto, in Italia, Li presenta le credenziali su onorabilità e solidità alla Lega di Serie A e parte il suo operato al Milan, con la campagna acquisti che ne consegue. Non è finita qui. L’8 gennaio 2018 lo segue anche la Banca di Canton (Guangzhou Bank), a cui non ha pagato i debiti, e che chiede la liquidazione per bancarotta della holding Jie Ande. Intanto il suo patrimonio può finire all’asta su Taobao, ovvero al versione cinese di E-Bay. Li doveva presentarsi in tribunale per la vicenda Jiangsu Bank, ma l’affare con la Banca di Canton cambia tutto: l’asta su Taobao del 2 febbraio viene rinviata.

Yonghong Li Milan: l’epilogo

Mister Li avrebbe esibito sul tavolo della trattativa con Fininvest le credenziali di una sua società-cassaforte che era già da tempo insolvente, stando all’articolo del Corriere. Il Milan, per adesso, non risponde. La situazione è nebulosa e le vie d’uscita non dipendono dal Milan stesso, che deve solamente aspettare. Di certo non è la miglior notizia possibile e arriva nel miglior momento stagionale del Diavolo. Già a gennaio erano uscite illazioni su un presunto riciclaggio di denaro da parte di Li, poi smentite dal diretto interessato e dal club. Ora nel mirino ci sono i soldi dell’imprenditore cinese, con la Zhuhai Zhongfu in particolar mondo nell’occhio del ciclone. Quella società sarebbe insolvente e farebbe parte di un pacchetto più grande – la succitata Jie Ande – che per mesi avrebbe nascosto l’insolvenza e le sentenze. La China Securities Regulatory Commission avrebbe avviato indagini per presunti illeciti sul mercato commessi dalla holding, staremo a vedere cosa verrà fuori.