Capello: «Il Milan è la vera anti-Napoli. L'Inter è quella di Inzaghi con Chivu in panchina. E alla Juve manca...»
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Hanno Detto

Capello: «Il Milan è la vera anti-Napoli. L’Inter è quella di Inzaghi con Chivu in panchina. E alla Juve manca…»

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Fabio Capello

Capello: «Il Milan è la vera anti-Napoli. L’Inter è quella di Inzaghi con Chivu in panchina. E alla Juve manca…». Le dichiarazioni dell’ex tecnico

Chi è l’anti-Napoli, alla luce del fatto che Conte è in testa da solo dopo 4 giornate di Serie A? Ecco la risposta e l’analisi di Fabio Capello su La Gazzetta dello Sport.

IL MILAN – «Incassa pochissimi gol, ha equilibrio e concede anche poco a livello di tiri. È questo l’aspetto più importante. Allegri è stato e sarà fondamentale. Ha solidificato la squadra. Ora manca solo il bomber».

IL CASO GIMENEZ – «In realtà non me lo spiego. È incredibile. In Olanda ha sempre segnato, in Champions l’anno scorso è stato determinante. In due anni e mezzo a Rotterdam ha siglato più di sessanta gol. Non penso si sia dimenticato come si segna. Inoltre, colleziona occasioni: almeno due o tre a partita. Per un attaccante è importante. Il problema nasce quando non riesci ad avere delle chance»

COSA SI PUO’ AGGIUNGERE SU MODRIC – «Nulla. Sta dimostrando a tutti che tipo di giocatore sia. È la risposta del Milan a Kevin De Bruyne. Certo, in Italia si gioca a un ritmo molto più basso rispetto ad altri campionati. Per questo Luka riesce a distinguersi. Qui si viaggia a una velocità bassa, ma non toglie nulla al campione che è. Il Milan è la candidata numero uno a insidiare il Napoli per lo scudetto. Gli azzurri sono i più forti, ma i rossoneri inseguiranno a testa alta tutta la stagione».

IL VANTAGGIO DEL MILAN – «Facile: perché non giocano le coppe. E questo è un vantaggio immenso, mi creda. Intanto, puoi gestire meglio le energie. Modric ha 40 anni, è chiaro che non avrebbe retto tre partite a settimana, e poi perché l’esempio del Manchester City contro l’Arsenal può aiutare. Guardiola ha detto che i suoi erano stanchi. Il Milan può concentrarsi soltanto sul campionato».

COSA MANCA ALLA JUVE – «Un centrocampista in più. E poi i bianconeri vivono di spunti e folate: manca la continuità di gioco. Tudor deve trovare la quadra ovviamente, ma i nuovi acquisti non vanno bocciati. Gli va dato solo un po’ di tempo per ambientarsi e capire l’Italia».

L’INTER – «Per ora si può dire che stiamo vedendo l’Inter di Inzaghi con Chivu in panchina. Gioca a memoria, ma è schematica. Le manca un po’ di fantasia: lì davanti non c’è nessuno ingrado di saltare l’uomo. Un vecchio problema del passato».

PIO ESPOSITO – «Ecco, lui sì che è un innesto importante. Ha un grande futuro. Lì davanti sa fare tutto. Contro il Sassuolo ha difeso palla e creato varie occasioni».

IL COMPITO DI CHIVU – «L’ho avuto alla Roma e lo conosco bene: era un centrale difensivo elegante, sveglio, intelligente. Un leader nato: parlava poco, ma lo ascoltavano. Ora deve riuscire gradualmente a introdurre qualcosa di nuovo per staccarsi dalla linea precedente. Alcuni giocatori dell’Inter, come ad esempio Barella, Dumfries, Dimarco o Calhanoglu, sono ancora sotto ritmo. Quando saranno di nuovo al 100%, alloral’Inter potrà tornare quella di sempre».

L’OUSIDER – «Direi la Roma. Segna e non prende gol. Anche se in avanti ha qualche problemino: Dovbyke e Ferguson non sono dei top player. L’importante è aver ritrovato un giocatore come Pellegrini. Chissà Gasperini quante volte ci ha parlato prima di schierarlo dall’inizio: alla fine, il derby è stato suo».

IL NAPOLI DI CONTE RESTA IL FAVORITO – «Senza dubbio. Hanno aggiunto qualità a una rosa già completa. Anche se uno come Lukaku mancherà parecchio nel corso della stagione. Detto questo, Hojlund e Lucca restano due ottimi giocatori. Il primo ha esperienza internazionale e si è presentato alla grande alla prima da titolare».

L’ACQUISTO A SORPRESA – «Troppo facile dire Modric, quindi cito Adrien Rabiot. Non avrei mai pensato di vederlo subito a questo livello, da trascinatore e da leader del Milan. È l’innesto più importante di tutti per poter lottare per vincere lo scudetto».

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