2014
Esclusiva Siena, lex Mignani: «Triste veder morire una società con storia e tradizione»
La crisi economica, che in questi anni incombe in Italia, ha colpito anche il calcio italiano. Sono tanti i club che soffrono quotidianamente, ma nonostante ciò riescono ad andare avanti con tanti sforzi e sacrifici. Non è dello stesso avviso, però, il Siena. Eppure in società ci hanno provato fino all’ultimo a restare a galla. Il club bianconero scompare dopo 110 anni di storia, chiudendo un libro pieno di soddisfazioni e successi. La speranza, per tutto il popolo della Robur, è che possa riaprirsi al più presto un nuovo ciclo.
L’umore non può che essere dei più tristi, ma Michele Mignani ha la forza di parlare. La redazione di CalcioNews24.com ha intervistato in esclusiva l’ex bandiera del Siena. «Da parte mia è un grosso dispiacere, ho lavorato 15 anni per il Siena. È triste veder morire una società che ha storia, tradizione e che ha fatto categorie importanti. La Robur, per me, è una società particolare. A prescindere dal Siena, penso che il calcio italiano perda ogni qualvolta una società fallisce. È come quando fallisce un’azienda, un momento difficile per tutti. I tifosi bianconeri? Si sentono come quando vieni lasciato da una moglie che ami profondamente, che ti ha dato tante soddisfazioni, ma che alla fine non c’è più. A Siena è finito il calcio e il basket, non c’è più nulla. Le cause possono essere tante: la crisi economica del Paese, quella della Monte dei Paschi e una gestione che doveva essere fatta diversamente e non mi riferisco solo all’ultimo anno. Il Siena deve ripartire dal calore del proprio pubblico che manifesta in ogni iniziativa, con la speranza che arrivi una nuova cordata di imprenditori che crei una nuova società solida e che voglia riportare la Robur nel calcio che conta».