I dieci momenti di Brasile 2014 - Calcio News 24
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I dieci momenti di Brasile 2014

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Mondiale terminato, ecco i dieci momenti chiave di un meraviglioso Brasile 2014

BRASILE 2014 MONDIALI – Con la Germania campione del mondo è terminato un favoloso Mondiale: magari non eccellente per le nostre sorti, tutt’altro, ma ineccepibile per contenuti tecnici, livello della competizione e piano emozionale. Di seguito la rassegna dei dieci momenti chiave – riportati in ordine cronologico – che hanno segnato il percorso di Brasile 2014.

1 – IL VOLO DI VAN PERSIE (13 giugno): se la gioca con la perla di James Rodriguez in Colombia-Uruguay ma il tuffo nello spazio di Robin Van Persie nella sfida d’esordio contro la Spagna campione in carica merita il massimo. Per la bellezza del gol, per il tasso di difficoltà, per l’intuizione, per il peso: è la rete del momentaneo pareggio e quella che apre definitivamente le porte alla roboante crisi spagnola.

2 – LA TRIPLETTA DI MULLER (16 giugno): saranno soltanto due le triplette realizzate a Brasile 2014, quella rifilata da Muller al Portogallo di Ronaldo ed il tris di Shaqiri all’Honduras. Il tedesco, con cinque reti complessive, si è confermato goleador di una nazionale che premia più il collettivo degli individualismi: Muller sale a dieci gol mondiali e mette nel mirino il connazionale Klose, che in questa edizione ha superato il Fenomeno Ronaldo ed è diventato leader della classifica all-time con 16 segnature.

3 – CIAO CIAO ITALIA (24 giugno): gli azzurri lasciano il Mondiale dopo la seconda sconfitta consecutiva. La prima era arrivata dalla sorpresa Costa Rica, poi l’Uruguay ed il gol di Godin a sancire con irruenza il declino del calcio italiano. Ancora una volta – la seconda di fila – buttati fuori a calci al primo turno: quattro anni fa erano ancora vivi i ricordi di Germania 2006, ora non ci sono più scuse. Ripartire da buone idee.

4 – LA TRAVERSA DI PINILLA (28 giugno): è il giorno emotivamente più carico dell’intero Mondiale. Prendono il via gli ottavi ed è subito il turno del Brasile padrone di casa: che, a casa, ci sta per tornare davvero. E’ il 118’ minuto di un Brasile-Cile che non vuole finire e Mauricio Pinilla – sì, proprio lui – stampa un bolide sulla traversa a Julio Cesar battuto. Poi vinceranno i verdeoro ai calci di rigore ed un po’ tutti individuarono in quel legno – che il cileno si è tatuato sul suo corpo – un segnale divino. Non fu così.

5 – LA PERLA DI JAMES (28 giugno): lo avevamo anticipato, 28 giugno giorno delle emozioni forti. Si gioca l’altro ottavo tutto sudamericano tra Colombia ed Uruguay e già brilla di luce divina la stella di James Rodriguez: il talento colombiano ha finora segnato in tutte le partite disputate e dispensato assist e perle in ogni dove. Ora la notte della consacrazione: doppietta alla Celeste, uno dei due gol resterà alla storia come il più bello di Brasile 2014. Spalle alla porta, da fuori area, controllo di petto a seguire e bolide che si insacca sotto la traversa. Uno splendore.

6 – FAVOLA DELLA COSTA RICA (29 giugno): dopo aver vinto un girone in cui figuravano ben sette coppe del mondo – le quattro dell’Italia, le due dell’Uruguay e quella dell’Inghilterra – la Costa Rica dà il benservito anche alla Grecia e si qualifica per la prima volta nella sua storia ai quarti di finale di un Mondiale. Sfiorerà anche la semifinale, battuta soltanto ai rigori dall’Olanda, candidandosi di diritto come leggenda di Brasile 2014.

7 – ADEUS NEYMAR! (4 luglio): siamo nel cuore pulsante del Mondiale e l’onda mediatica dell’intero globo spinge per la finalissima tutta sudamericana. Brasile contro Argentina in Brasile, che poi è Neymar contro Messi al Maracanà. Un sogno. L’atteso faccia a faccia però salta d’improvviso a prescindere dai futuri risultati delle due nazionali: Zuniga interviene goffamente sul fuoriclasse brasiliano e lo manda in ospedale con tanto di frattura di vertebra. E con lui un Paese intero nello sconforto. Oltre ai cultori della materia di mezzo mondo che devono dire addio alla finale tanto auspicata.

8 – IL MINEIRAZO! (8 luglio): Estadio Mineirao, Brasile-Germania 1-7! Sì, proprio così, Brasile-Germania, semifinale di un Mondiale, termina con il risultato di 1-7. Non di un Mondiale qualsiasi attenzione, ma del Mondiale brasiliano. Quei matti dei tedeschi impartiscono una sonora lezione di calcio al Brasile privo di un sorprendentemente ingenuo Thiago Silva e dell’idolo Neymar umiliando l’avversario in casa propria: la reazione del Paese sarà senza appello. Dopo l’indimenticato Maracanazo la vergogna più grande.

9 – ARGENTINA IN FINALE (9 luglio): gli occhi del mondo del calcio non lo hanno mollato un attimo, Leo Messi e la sua ultima chance di affermarsi con la maglia della nazionale lì dove era riuscito l’idolo della patria Maradona e mai lui. Un Mondiale nel Mondiale e per larga parte così è stato: l’Argentina di Messi – decisamente più solida di quanto fosse lecito attendersi – centra la finale e regala il sogno al suo popolo. Il bottino pieno non arriverà ma il raggiungimento della finalissima impone almeno di riconoscere alla Pulce l’ultima possibilità tra quattro anni in Russia.

10 – GERMANIA CAMPIONE DEL MONDO! (13 luglio): non vincerà l’Argentina perché a farlo sarà una strepitosa Germania. Capitan Lahm alza la Coppa ed è l’unico giusto riconoscimento ad una nazionale diversa da tutte le altre. Ottava volta in finale – nessuno come loro – e tredicesima tra le prime quattro in 19 edizioni totali. E’ il premio a chi ci crede sempre, a chi è sempre lì grazie alla bontà del lavoro e a chi sa che per forza prima o poi toccherà a loro. E’ la medaglia alla serietà, alla programmazione, al talento: vincono i più forti. Per la quarta volta nella loro storia.