2014
Sampdoria, Mantovani: «Quella volta che decisi di non fare regali agli arbitri….»
L’ex presidente blucerchiato analizza la crisi del calcio italiano e svela un retroscena.
SAMPDORIA MANTOVANI – E’ in fermento la Sampdoria, che ora ha un nuovo patron e allora ad Enrico Mantovani, ultimo presidente ad aver vinto qualcosa, non può che osservare i cambiamenti, ma soprattutto il declino del calcio italiano: «C’è stata una parabola brutalmente discendente. Mancano gli investitori perché non ci sono le condizioni. Chi guida il calcio italiano deve essere in grado di capire la direzione giusta. Basterebbe copiare, senza inventare nulla. Non serve essere geni. Copiare non è reato, se non diventa plagio. E poi? Ovvio: gli stadi. Si dice che gli impianti siano vuoti per la violenza, ma non è del tutto vero. Sono vuoti perché fanno schifo. La Juventus viveva in uno stadio semivuoto, ora che l’ha costruito con una capienza molto inferiore si sta chiedendo se non sia troppo piccolo. Poi è anche vero che non si può andare allo stadio preoccupati perché fuori sparano», ha dichiarato l’ex presidente blucerchiato ai microfoni di “Tuttosport”.
CINGUETTII – Ma Mantovani ha parlato anche del “rumoroso” tweet al nuovo presidente Ferrero: «Può passare come gesto presuntuoso, non dovuto o fuori ruolo. Ma la Samp è parte di me, dopo 21 anni di presidenza Mantovani. Era doveroso dare il benvenuto a chi aveva assunto una carica per tanto tempo nostra. Mi interessa il campo, non quello che si legge. Mi interessa l’esito dell’incontro che Ferrero ha avuto con Mihajlovic: se Sinisa ne è uscito rasserenato, sono rasserenato anch’io. Si è preso una grossa responsabilità. E presto ci incontreremo. Anche da tifoso».
IL RETROSCENA – Infine, un riferimento all’etica nel calcio ed in particolare ad una decisione che riguarda gli arbitri, con un accenno rapido a Calciopoli: «Ero appena diventato presidente, la segreteria mi chiese quali regali avremmo fatto agli arbitri per Natale. Le domandai se c’era un regolamento della Lega in tal senso. Mi disse di no: la Samp da quel momento, smise di fare regali. Ricordate la storia dei Rolex: dove la colpa, sia chiaro, non è di Franco Sensi, ma di quel sistema. Un sistema nel quale Moggi vinceva perché lui e Giraudo erano i più bravi di tutti. Però c’erano anche le Sim svizzere…».